"Un'operazione voluta dal Credit Agricole ed è costata la testa di Salvatori" Intervista a Marco Liguori esperto analista del settore bancario
Quali i presupposti della vendita di Carime? Perché Gruppo Intesa ha deciso di abbandonare l'area mediterranea? Solo per incassare migliaia di miliardi "freschi"? O le linee di azione scelte da Bazoli sono determinate da interessi non solo finanziari? Marco Liguori è un esperto analista di aspetti e scenari del mondo bancario (collabora al settimanale Borsa e Finanza diretto da Alessandro Secciani) ed in particolare delle "mosse" strategiche che stanno trasformando i "piccoli" -a paragone dei colossi europei- gruppi della Penisola, in conglomerati proiettati ad intervenire a livello continentale; c'è infatti una dimensione geo-politica nel turbinare di fusioni, vendite, cessioni, che non va sottovalutata come purtroppo politici e sindacalisti tendono a fare. "Sicuramente dietro l'operazione Carime c'è una manovra di ampio respiro internazionale voluta dal principale socio di Banca Intesa, l'istituto francese Credit Agricole. Con la cessione del 75% del capitale delle Casse meridionali, la banca transalpina ha voluto dare al Gruppo Intesa un'impronta decisamente più europea. Una strategia confermata dalla fusione di Comit, banca mercantile di livello internazionale, nel gruppo presieduto da Bazoli e dall'importanza attribuita alle partecipazioni in Bank Austria e Banco Comercial Portugues. Non a caso l'ex-amministratore delegato di Intesa Carlo Salvatori, ha dovuto lasciare per contrasti col Credit Agricole: il management francese intendeva cedere Carime per trasformare Intesa in un gruppo decisamente più europeo". Non emerge plasticamente l'inadeguatezza dei politici meridionali che non riescono a comprendere l'enormità delle forze in gioco, causa di nuova marginalizzazione del Sud? Le tristi vicende di CariCaL e Banco di Napoli, spremute dal clientelismo, sembra non abbiamo insegnato nulla ."La classe politica italiana finora non ha compreso il processo di trasformazione all'interno del mondo bancario, accelerato dall'introduzione dell'euro. Proprio in Intesa si assiste alla lotta di potere dentro il secondo azionista, la Fondazione Cariplo, divisa tra Ulivo e Polo: ma la politica dovrebbe star fuori dalle banche. Per quelle del Sud la politica ha avuto effetti nefasti. Dopo il risanamento e l'acquisto da parte del San Paolo-Imi, forse il Banco di Napoli potrebbe finalmente conoscere una stagione di rilancio.Dovremo vedere quale sarà il piano strategico del San Paolo-Imi". Non pretendo "previsioni" ma un'ipotesi in base alle linee di azione pregresse della Bpci: Carime sarà usata dai "nuovi milanesi" come fulcro per mantenere la presenza territoriale ed espandersi? In fondo i "vuoti" non esistono in natura e in politica figuriamoci in economia. Nell'area mediterranea - in prospettiva proiettata sul Maghreb e sui Balcani - lo spazio finanziario c'è. "La Bpci non aveva finora nel Sud, tranne pochi sportelli, una presenza consistente. Con Carime potranno essere realizzate importanti sinergie nel credito alle imprese e nel risparmio gestito. In quest'ultimo settore la Bpci è molto forte. Non bisogna trascurare l'apporto che potrà dare la rete Carime a Onbanca, la divisione on line della Commercio e Industria".
Articolo uscito su IL QUOTIDIANO della Calabria pagina 4 "Primo Piano" |