Attacco totalitario alla Fede

L'agghiacciante bilancio dell'ateismo militante nel''ex-URSS e nei paesi satelliti

"La Chiesa del 1° millennio nacque dal sangue dei martiri: "Sanguis martyrum - semen christianorum"... Al termine del 2° millennio, la Chiesa è diventata nuovamente Chiesa di martiri. Le persecuzioni dei riguardi dei credenti - sacerdoti, religiosi e laici - hanno operato una grande semina di martiri in varie parti del mondo......Per quanto è possibile non devono andare perdute nella Chiesa le loro testimonianze". Questa cruciale riflessione del pontefice felicemente regnante -- è davvero il caso di dirlo --, si trova nella Tertio Millennio Adveniente, al n° 37 ed è significativamente collocata ad epigrafe di un'incontro svoltosi a Roma, all'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, dedicato ai martiri dell'Europa dell'Est ed a quelli del nazionalsocialismo, propedeutico alla grande celebrazione tenutasi domenica scorsa al Colosseo per i martiri dell'intero XX secolo. Si è trattato del 4° appuntamento che, molto opportunamente in questo tempo giubilare, l'Ateneo ha promosso in ricordo dei martiri cristiani. Nei mesi scorsi, importanti seminari hanno focalizzato l'attenzione sui martiri spagnoli vittime nella guerra civile del 1936-'39 (ma anche dei sanguinosi conati rivoluzionari ed anarcoidi degli anni precedenti); su quelli messicani (forse i più sconosciuti e negletti di tutti, in particolare i Cristeros protagonisti dell'Insorgenza del 1926-'29); quelli brasiliani (per i quali si risale indietro fino al 1600); mentre degli africani ci si occuperà in novembre e degli asiatici in dicembre. "Venerare nei martiri il Cristo" è la traccia principale che ha guidato i relatori del fittissimo programma di interventi iniziato da una presentazione generale di Mons. Michel Hrynchyshyn, esarca degli ucraini di rito bizantino in Francia, presidente della Pontificia Commissione per i nuovi Martiri per il quale "Nel corso dei passati venti secoli l'amore che perdona ha ispirato i cristiani mentre davano la vita per la loro fede". E' stato testimoniato un"ecumenismo del sangue" rievocando la persecuzione della Chiesa ortodossa russa. "Nel XX secolo - ha affermato p, Romano Scalfi, fondatore di "Russia Cristiana" - il cristianesimo ha sperimentato la più grande persecuzione della sua storia, sia per durata di tempo, sia per numero di vittime, sia per radicalità di intenti. I martiri sono soltanto uno degli aspetti della lotta contro Dio divampata in tutto il mondo". Nell'ex URSS, l'ateismo militante leninista si è battuto con particolare violenza contro la Chiesa ortodossa. Come il nazionalsocialismo, aveva pretese totalizzanti: "tutte le istituzioni ecclesiastiche, economiche, amministrative, politiche, scientifiche ed artistiche - ha chiarito p. Scalfi - dovevano impegnarsi nella lotta contro la religione, contro ogni aspetto della religiosità, fino ad estirpare anche dalla coscienza delle persone ogni 'sopravvivenza religiosa'". Prima del 1917, la Chiesa ortodossa contava circa 210.000 membri del clero, circa 100.000 monaci e oltre 110.000 preti diocesani. Di essi, oltre 130.000 furono fucilati nel 1917-1941. La repressione sino al quasi totale annientamento subì la Chiesa cattolica in Albania. Il 29 novembre 1944, l'esercito tedesco sconfitto abbandonava il fronte. Al suo posto, entrarono le forze partigiane, guidate dal partito comunista albanese in stretta collaborazione con la Jugoslavia di Tito. L'Albania cadde sotto il terrore, imposto dal dittatore Enver Hoxha, che durò dal 1944 al 1990. Il regime lavorò per abolire la proprietà privata, eliminare i diritti della persona e della famiglia e scatenare una lotta feroce contro la fede e in modo speciale contro Chiesa cattolica e clero. Prima del comunismo, c'erano circa 200 sacerdoti: quasi tutti subirono torture e prigione; 31 furono fucilati, tra cui 2 vescovi. Sotto tortura morirono 8 sacerdoti, 4 uccisi senza processo. Altri 19 morirono in campi di sterminio. Furono imprigionate più di 70 persone.Tra queste mons Zef Simoni, vescovo ausiliare di Scutari che ha raccontato la sua esperienza. Nel 1976 fu arrestato con 2 sacerdoti e il vescovo di Scutari. Dopo un processo lungo un anno, è condannato a 15 anni di carcere. "La maggior parte degli anni di prigionia - rievoca - li ho passati in un campo che dicono si può paragonare al campo nazista di Mauthausen. Presso una zona mineraria, dove il lavoro si svolge in condizioni di pericolo senza nessuna sicurezza e dove molti morirono". E' stato rievocato anche il Martirologio polacco. La ricostruzione storica ha documentato il carattere di persecuzione religiosa delle repressione del nazionalsocialismo in Germania, estesa con ancor più radicale decisione, alle nazioni occupate. "Il periodo che si è rivelato il più sanguinoso nella storia della Polonia - ha testimoniato don Leszek Chmielinski, della diocesi di Cracovia - sono gli anni della 2ª guerra mondiale" durante la quale hanno perso la vita più di 6 milioni di polacchi, il 22% di tutta la popolazione. Il clero ha pagato un prezzo particolarmente caro. Fin dai primi giorni di guerra, in migliaia sono stati imprigionati, deportati e giustiziati. Le repressioni hanno toccato circa 6.400 ecclesiastici. Circa 26 milioni 685 mila martiri cristiani, sono stati individuati nell'intero 1900 dallo studioso David B. Barrett nella Christian World Encyclopedy; un numero impressionante - certo inteso in senso molto ampio - ma anche Giovanni Paolo II concorda con questa linea di di condotta e lo ricorda ancora nella Tertio Millennio adveniente "...Sono ritornati i martiri spesso sconosciuti, quasi militi ignoti della grande causa di Dio" e ne ha beatificati sinora circa 900. esempio e monito per cristiani e non solo, a riflettere sulle conseguenze delle ideologie totalitarie nella loro essenza anticristiane ed antiumane.

 

Articolo apparso su IL SECOLO D'ITALIA 13 maggio 2000