Storia del movimento cattolico dal 1700 ad oggi

4ª puntata: "Non hanno imparato niente…"

Abbiamo già rievocato quel che è accaduto (2ª puntata in L’Arno gennaio 1999) ai cattolici piemontesi delle Amicizie, repressi dal ministro degli interni della monarchia "restaurata" – acquistano così diverso spessore le storie strappalacrime sui poveri rivoluzionari oppressi dagli sbirri reazionari – ma ancor più eclatante quel che accadde nel regno di Napoli dopo la vittoria del Sanfedismo (gennaio-luglio 1799). Gli avvenimenti sono ormai abbastanza noti: il cardinale Fabrizio Ruffo (1744-1827) riesce a mobilitare i meridionali dopo l’invasione dell’esercito francese che – per colpa di tradimenti ed insipienza delle alte sfere borboniche – occupa in breve tempo le regioni del Sud tranne la Sicilia in cui si rifugiano il re Ferdinando IV (1751-1825) e la regina Maria Carolina (1752-1814). Ma, propiziata dall’eroica resistenza del popolo (i "lazzari") sia a Napoli che in alcune zone periferiche e nonostante la formazione – grazie all’acume del generale Jean-ètienneChampionnet (1762-1800) – di un governo collaborazionista (la repubblica Napoletana dei giacobini locali) che si regge sulle baionette francesi, in poco tempo gli insorgenti – organizzati appunto dal card. Ruffo, nominato dal re suo Alter ego, nell’Armata Cristiana e Reale della Santa fede – liberano tutto il territorio del Regno. Purtroppo le "masse" ed il card. Ruffo vittoriosi sul campo, non riescono a liberare re Ferdinando dalle pesanti ipoteche di inglesi ed austriaci all’esterno e dei voltagabbana all’interno che impongono un "profilo basso" alla restaurazione. Il Re decide infatti di attuare il cosiddetto "amalgama" (in pratica il mantenimento, a tutti i livelli, dei collaboratori dei francesi) e obbliga i Sanfedisti a non celebrare la vittoria, a non pubblicare opere documentanti gli avvenimenti perchè non si doveva turbare la ritrovata armonia. Così, in nome di una pseudo-pacificazione, si proibì ai cattolici ed ai cittadini leali verso i Borbone di fornire la loro versione mentre ovviamente, i giacobini ebbero via libera ed invasero l’intera Europa coi loro faziosi libelli. Ma non è la sola incongruenza: ecco cosa accadde ad Antonio Capece Minutolo, altro simbolo "negativo", forse il maggiore della reazione, dei Borbone, dei forcaioli. In teoria il principe di Canosa - persino ministro di polizia - doveva essere il più influente ed importante consigliere della monarchia, ed invece, dopo le incomprensioni seguite alla prima restaurazione nel 1799, nella seconda fase del ritorno definitivo dei legittimi governanti, "durò" da gennaio a maggio del 1816, perché Ferdinando IV nominò primo ministro Luigi de Medici, vecchio giacobino ed illuminista, fautore dell’amalgama, che impedisce a Canosa di contrastare la "Carboneria" e i gruppuscoli rivoluzionari e – potentemente appoggiato dai banchieri Rotschild che da Vienna, protetti dal Metternich, prestavano i fondi necessari ai Borbone per ripagare i tributi di guerra – ottiene la "testa" del povero Canosa in relazione alla questione del rincaro del pane dovuto ad una temporanea penuria di grano. de medici una specie di "darwinista sociale ante litteram", si rifiutava di aiutare i lazzari, i ceti popolari, che pativano la fame a causa di tale situazione, scontrandosi col Canosa che invece voleva un immediato ribasso in favore dei poveri. In sostanza se andiamo ad analizzare con calma ed in profondità la situazione socio-politica del primo Ottocento, notiamo che i luoghi comuni, le leggende nere costruite ad arte dalla propaganda rivoluzionaria, mostrano la loro evidente falsità. I cattolici ed i veri contro-rivoluzionari non solo erano consapevoli dell’importanza di un’azione positiva, apologetica, non limitata alla nuda repressione, alle manovre diplomatiche o al dispiegamento dei reggimenti austriaci bensì venivano emarginati e persino perseguitati proprio da quei governi che volevano sostenere e difendere. Una dura lezione utile ancor oggi.

Bibliografia: Giorgio Candeloro, "Il Movimento Cattolico in Italia", Editori Riuniti, Roma 4ª ed. 1982. "Dizionario storico del Movimento Cattolico in Italia", a cura di Francesco Traniello e Giorgio Campanini, Marietti, Casale Monferrato (Alessandria) 1981, 3 voll. in 5 tomi, MARCO INVERNIZZI: "Il Movimento Cattolico in Italia dalla fondazione dell'Opera dei Congressi all'inizio della seconda guerra mondiale (1874-1939)", 2a ed. riveduta, Mimep-Docete, Pessano (Milano) 1995.

IDIS. Istituto per la Dottrina e l'Informazione Sociale, "Voci per un "Dizionario del Pensiero Forte", a cura di Giovanni Cantoni e con una presentazione di Gennaro Malgieri, Cristianità, Piacenza 1997. Plinio Correa de Oliveira "Rivoluzione e Controrivoluzione", 3ª ed. it. accresciuta, con un'introduzione di G. Cantoni "L'Italia tra Rivoluzione e Controrivoluzione" Cristianità, Piacenza, 1977. Antonino Cimbalo, "La lunga marcia del cardinale Ruffo alla riconquista del Regno di napoli", Borzi, Roma 1967.

Articolo apparso su l’Arno n° 6 Giugno 1999 anno XII