Storia del movimento cattolico dal 1700 ad oggi

2ª puntata:
la crescita delle "
Amicizie" ed i limiti della cosiddetta "Restaurazione".

E' il caso di aprire una parentesi, sul predominio all’interno, già dell’ Ancìen Régime, di esponenti anticattolici, che "usavano" per i loro scopi, le istituzioni delle monarchie tradizionali, trasformandole in senso assolutistico e dispotico, per opprimere i ceti meno abbienti e per limitare sempre più l’influenza della Santa Chiesa, sotto il pretesto del rispetto dell’autorità "regia" o statuale in genere come precisa uno storico marxista:"…Gli illuministi stimolarono ed appoggiarono efficacemente nella seconda meta del 1700 la politica regalistica di molti sovrani, la quale consistette soprattutto nella tendenza ad allentare i legami di dipendenza delle singole chiese dal papato mediante una serie di provvedimenti giurisdizionalistici, intesi cioè a stabilire o a rafforzare la dipendenza dell'episcopato e del clero dei singoli Paesi dall'autorità regia…"(1). Tale situazione si configura – senza praticamente soluzione di continuità – anche dopo la definitiva sconfitta militare di Napoleone Bonaparte(1769-1821) con il "Congresso di Vienna" e la cosiddetta "Restaurazione". Le potenze vincitrici, ed in particolare l’Austria e l’Inghilterra, si preoccupano di un’azione solo diplomatica o al più militare ma in senso "settecentesco"; non adeguata cioè alla nuova, dura, realtà imposta dalla maniera "totale" di condurre un conflitto da parte delle forze rivoluzionarie. Per sommi capi è quanto mai utile tracciare le vicende dei cattolici italiani – sia della larghissima base popolare, sia dei vertici delle entità statuali della Penisola – anche per sfatare i tanti, ormai vieti, stereotipi della storiografia più conformista.

1. Le "Amicizie’’ in Piemonte.

Con la creazione di una più specifica "Amicizia Sacerdotale", e la diffusione fuori dal Piemonte dei vari organismi, si dà vita ad una vera associazione laicale l’ "Amicizia Cattolica" che si dedica in misura maggiore degli organismi precedenti alle attività militanti e dà vita a momenti finalmente "pubblici" visto anche il mutato clima socio-politico. Tuttavia, ancora una volta le opposizioni maggiori arrivano dagli ambienti che in teoria, dovrebbero essere vicini a questi cattolici militanti e legittimisti. I soliti circoli vicini alla corte sabauda, le istituzioni universitarie, persino nel 1827 la diplomazia russa, attaccano forsennatamente l’Amicizia ed il ministro degli interni, conte Roget de Cholex, riesce a convincere il re Carlo Felice ad ostacolare e quindi a sciogliere l’associazione. Lampante esempio della fallacia della "Restaurazione" e della perdurante egemonia delle fazioni anticattoliche anche nei paesi postnapoleonici. Comunque, le Amicizie per l’ampio spazio lasciato ai laici, molte le donne, per la loro responsabilizzazione, per l’organizzazione – nelle città gruppi di 12 persone – per l’importanza attribuita alla stampa, per la stretta

connessione fra pratica religiosa, spirituale ed impegno sociale, culturale e "politico" sono progenitrici a pieno titolo dell’ " Opera dei Congressi e dei Comitati Cattolici" e della "Società della Gioventù Cattolica" da cui scaturisce l’"Azione Cattolica Italiana". Pio Brunone Lanteri dà anche vita agli " Oblati di Maria Vergine ", altra moderna istituzione ecclesiastica. Non a caso scopo della Congregazione degli omv è continuare l’apostolato con esercizi e missioni popolari, con i metodi più moderni ed efficaci per conservare ed accrescere la fede minacciata da ateismo ed incredulità; pensare alla formazione del clero; lottare contro gli errori moderni. specialmente quelli contro il Santo Padre; fare apostolato della buona stampa mediante pubblicazione e diffusione di libri, giornali opuscoli. E' un programma dunque quanto mai attuale, eppure stilato all’inizio dell’800 (scritto nel 1816, approvato nel 1826 da Leone XII ) ed in netto contrasto con il solito pregiudizio negativo verso i cattolici in generale e "reazionari" o, meglio controrivoluzionari, in specie. Senza dimenticare naturalmente che praticamente il 90% dei cattolici era tale. Si conferma così quel duplice aspetto (positivo e negativo), messo in luce già dallo svolgersi frenetico dei "fatti" della Rivoluzione, prima in Francia e poi nel resto d’Europa e della reazione istintiva concretizzatasi a livello di massa nelle "Insorgenze": è ormai accertato – nonostante le leggende nere veicolate dalla propaganda - che furono i ceti popolari a passare all’azione; tanto che i moti possono definirsi popolari e cattolici perchè questi furono i caratteri prevalenti. La resistenza e la difesa delle "istituzioni", fu sì importante ma si sviluppò come conseguenza della ferocia degli assalti rivoluzionari e come sincero attaccamento alle tradizioni, alle persone dei legittimi governanti, alla stretta connessione che ancora, e nonostante tutto, il popolo vedeva con il Cristianesimo, benchè quasi tutte tali istituzioni ancora ufficialmente "cristiane" o persino "cattoliche" fossero sature di regalismo, illuminismo, ideologia massonica. Le classi dirigenti non compresero, non seppero o non vollero, riflettere e trarre le conseguenze di quel che era accaduto e di come vi si era arrivati. Agevolarono così il moto sovversivo e contribuirono (più o meno inconsapevolmente) alla loro stessa distruzione. (FilippoSalatino)

NOTA 1: Giorgio Candeloro, "Il Movimento Cattolico in Italia", Editori Riuniti, Roma 4ª ed. 1982. Pagine 4-5.

Bibliografia: "Dizionario storico del Movimento Cattolico in Italia", a cura di Francesco Traniello e Giorgio Campanini, Marietti, Casale Monferrato (Alessandria) 1981, 3 voll. in 5 tomi, opera a più voci, d'impostazione prevalentemente catto-democratica, importante dal punto di vista informativo. Di impostazione cattolico intransigente, MARCO INVERNIZZI: "Il Movimento Cattolico in Italia dalla fondazione dell'Opera dei Congressi all'inizio della seconda guerra mondiale (1874-1939)", 2a ed. riveduta, Mimep-Docete, Pessano (Milano) 1995.

Per un panorama sulla vera situazione nell' Ancien Regime : Eric Voegelin: "Il mito del mondo nuovo. Saggi sui movimenti rivoluzionari del nostro tempo ", Rusconi, Milano 1976. Augustin Cochin: "Meccanica della Rivoluzione", Rusconi, Milano 1971 e " Lo spirito del Giacobinismo. Le società di pensiero e la democrazia: una interpretazione sociologica della Rivoluzione francese", Bompiani, Milano 1981.

Sul ven. Pio Brunone Lanteri: L. Cristiani: "Una croce per Napoleone", (ed. a cura degli O.M.V. Roma)

In generale: IDIS. Istituto per la Dottrina e l'Informazione Sociale, "Voci per un "Dizionario del Pensiero Forte", a cura di Giovanni Cantoni e con una presentazione di Gennaro Malgieri, Cristianità, Piacenza 1997. Plinio Correa de Oliveira "Rivoluzione e Controrivoluzione", 3ª ed. it. accresciuta, con un'introduzione di G. Cantoni "L'Italia tra Rivoluzione e Controrivoluzione" Cristianità, Piacenza, 1977.

Articolo apparso su L’Arno anno XII n°1 di gennaio 1999