Storia del Movimento Cattolico dal 1700 ad oggi.

1ª PUNTATA

Cattolici organizzati a seconda dell’età, del sesso, di lavoro e condizione sociale, degli interessi devozionali e spirituali o civici, sono tutte esperienze che - secondo gli stereotipi, i luoghi comuni, l’autentica disinformazione anche in questo campo, le famigerate leyendas negras - nascono solo nel nostro secolo all’interno di Santa Romana Chiesa, addirittura, solo dopo il Concilio Ecumenico Vaticano II ed invece… in questo specifico settore, già nei primi decenni del 1700, nel Sud, nel Regno di Napoli in particolare, si ritrovano organizzazioni del genere.

1. L'esempio e le opere di sant'Alfonso.

Così inizia un embrione di "movimento cattolico" inteso in senso moderno, con responsabilità autonome dei laici e non solo del clero. Promosse da sant’Alfonso Maria de’ Liguori (1696-1787) dal 1727, le cosiddette Cappelle Serotine, sono animate da artigiani e dai "lazzari" che dopo il lavoro, la sera, facevano 2 ore di preghiera e catechismo. Non solo, il cavaliere napoletano, divenuto missionario, organizza anche operai, gentiluomini, donne, ragazze, chierici, scuole pie, per offrire un’assistenza sia spirituale che materiale adeguata alla natura particolare ed alle diversità di ogni segmento sociale. L’opera alfonsina si configura anche come scuola di rieducazione morale e civile. La sua scelta - ante litteram - preferenziale per i poveri o, meglio, per gli "ultimi" quali appunto lazzari e popolo minuto in genere, non lo portò a trascurare quindi gli altri settori della società.

Ulteriore conferma della falsità degli schemi laicistici e delle correnti "progressiste" cristiane come la "Teologia della liberazione" (sarebbe il caso di definirle "regressiste"), di una presunta primogenitura dell’analisi marxistica verso i "proletari" e di una subalternità e tardiva "presa di coscienza" della Chiesa Cattolica, rispetto a tale problematica.

Sant’Alfonso, infatti, a riprova della sua "modernità" e del suo rapportarsi nell’azione ai problemi concreti di quel particolare momento storico, individua proprio nei lazzari da un lato e nei nobili e nel ceto intellettuale dall’altro, i più esposti ai pericoli della nascente scristianizzazione anche perchè la Chiesa come istituzione, risulta troppo presa dal confronto con il "giurisdizionalismo" ed il "regalismo" ( tendenze assolutistiche dei sovrani dell'epoca, subornati dai loro potenti consiglieri illuministi), lasciando sguarniti tali "fronti" di combattimento, proprio mentre le ideologie vecchie ma ammantatesi di "modernità", veicolate appunto dagli intellettuali organici illuministi, aggredivano di preferenza tali ceti.

L’esperienza alfonsina, si intreccia con una particolare rifioritura di pratica religiosa ignaziana ( da sant'Ignazio fondatore della Compagnia di Gesù) nonostante i forsennati attacchi ai Gesuiti da parte dei "nuovi potenti", affiliati in genere alle Massonerie, che ormai spadroneggiano nelle corti d’Europa. E' il caso di aprire una parentesi, sul predominio all’interno dell’ Ancìen Régime, proprio di esponenti anticattolici, che "usavano" per i loro scopi, le istituzioni delle monarchie tradizionali, trasformandole in senso assolutistico e dispotico, per opprimere i ceti meno abbienti e per limitare sempre più l’influenza della Chiesa, sotto il pretesto del rispetto dell’autorità "regia" o statuale in genere come precisa uno storico marxista:"…Gli illuministi stimolarono ed appoggiarono efficacemente nella seconda meta del '700 la politica regalistica di molti sovrani, la quale consistette soprattutto nella tendenza ad allentare i legami di dipendenza delle singole chiese dal papato mediante una serie di provvedimenti giurisdizionalistici, intesi cioè a stabilire o a rafforzare la dipendenza dell'episcopato e del clero dei singoli Paesi dall'autorità regia…"(1). La fecondità dell’opera alfonsina ed i suoi copiosi frutti spirituali e sociali hanno avuto ripercussioni nell’intero Meridione tanto che - così come in Francia ( e più precisamente in Vandea) grazie alla predicazione di san Luigi Maria Grignon de Monfort (1673-1716)- si può ben dire che, la tenuta complessiva della società rispetto all’ondata di scristianizzazione e l’ampiezza della resistenza popolare che si dispiegò nelle Insorgenze del Sanfedismo nel 1799 ed in quelle successive del 1806 (per non parlare del cosiddetto "brigantaggio" dopo il 1860) hanno come fondamento proprio la missione di sant’Alfonso e della Congregazione del SS. Salvatore poi ridenominata del Redentore da lui fondata.

2. von Diessbach, Lanteri e le Amicizie.

Il secondo robusto filone che crea terreno fertile per la nascita di un moderno movimento cattolico è quello che si sviluppa grazie a padre Nikolaus Albert von Diessbach (1732 - 1798) ed al venerabile Pio Brunone Lanteri (1753 - 1830) che, imbevuti di spiritualità ignaziana, affrontano la bufera della soppressione della Compagnia di Gesù e le successive sanguinose persecuzioni causate dalla Rivoluzione Francese. Lo svizzero von Diessbach definito "cacciatore di anime" si pone il problema, appunto dopo lo scioglimento della Compagnia di Gesù nel 1773, di riempire il "vuoto" causato da tale decisione provocata dagli ambienti filomassonici ormai egemoni nei governi europei ancora ufficialmente "cattolici" (una curiosità è che invece, Caterina II di Russia, quindi una sovrana ortodossa, protesse i gesuiti e non ottemperò al loro scioglimento). Il Diessbach insieme con altri, muovendosi nell’arco alpino fra Svizzera, Piemonte, Francia ed Austria, dà vita ad organismi che si preoccupavano di diffondere "pietà e zelo" secondo il linguaggio tipico dell’epoca, la preghiera, gli esercizi, la diffusione di "buoni libri" ed avevano una natura per così dire "clandestina". E’ bene intendersi chiaramente su questo aspetto: le varie Amicizie Cristiane, le AA (che la critica più accreditata ritiene significhi "assembleé"), poi le "Amicizie Cattoliche", non erano "segrete" come spesso si usa definirle, rilevando persino strane assonanze con le logge massoniche. Erano semplicemente "clandestine" nel senso che, a causa prima della mentalità giansenistica e non solo massonica, e poi ovviamente della persecuzione rivoluzionaria scatenata dopo il 1789, preferivano non fare riunioni "pubbliche" ma, in ogni caso, i legittimi superiori ecclesiastici e persino il Pontefice regnante, erano informati dell’attività e degli scopi di tali organismi. Pio VII infatti, le riconobbe e le "indulgenziò".

Per esemplificare i problemi dei cattolici, vi è un episodio che ha dell’incredibile: il Diessbach nel 1782 decise di recarsi a Vienna - in previsione del viaggio di Pio VI presso l'imperatore Giuseppe II - per tentare di "mitigare" le ingerenze dell'Asburgo nelle questioni strettamente ecclesiastiche per non dire clericali (è passato alla storia come l'imperatore "sacrestano" perchè pretendeva di legiferare persino sul numero delle candele in chiesa! ).

A Torino, si mise in luce Pio Brunone Lanteri che non solo fu il miglior allievo del Diessbach ma sviluppò ed allargò il campo d’azione degli organismi esistenti.

Con il Lanteri entriamo nella storia acclarata di un movimento cattolico in Italia. Da rilevare che sia lo svizzero che il piemontese, facevano esplicito riferimento - utilizzandola abbondantemente - alla predicazione, ai metodi ed ai testi di sant’Alfonso, non solo a quelli d’impronta gesuitica. Con ciò riconoscendo l’importanza e la "primogenitura" per così dire, quale autentico precursore ed innovatore, del napoletano.

Comunque, i metodi erano sorprendentemente moderni, si trattava di associazioni che univano laici, chierici e clero, uomini e donne, quindi ancora un qualcosa che spezza gli schemi stereotipati della vulgata sul "clericalismo e oscurantismo" retrogrado degli ambienti reazionari. Siamo invece in presenza, di un già maturo organismo autenticamente controrivoluzionario; nel senso che non ci si poneva solo il problema di reagire istintivamente ad un solo aspetto o ai soli "eventi", ai "fatti" rivoluzionari, ma si rifletteva e si agiva in positivo, in maniera consapevole e "globale" alla nuova situazione, alle sfide lanciate dalla Rivoluzione - intesa come categoria della Storia e non come singolo avvenimento - in tutti i campi. Fra l’altro, le Amicizie, annettevano grandissima importanza alla biblioteca detta anche "spezieria", in cui si svolgevano le riunioni tanto che i libri e gli opuscoli, che si cercava di diffondere capillarmente, erano il fulcro dell’attività "esterna". Volumi di spiritualità, ascetici, di apostolato religioso e libri di apostolato intellettuale per confutare la "filosofia dei lumi e le false dottrine". (Continua)

Articolo apparso su L’Arno anno XI n°12 dicembre 1998