angeli postmoderni

A colloquio con Massimo Introvigne su SPIRITUALITA' E MODE CULTURALI DI FINE MILLENNIO

Torino. "Vi è naturalmente un aspetto positivo nella riscoperta di massa dell’angelo –che esiste nella tradizione cristiana e delle religioni monoteistiche ebraismo ed Islàm – ma il pericolo, lo evidenziava anche don Piero Cantoni nella sua panoramica teologica, è che ci siano contaminazioni e confusioni; soprattutto fra realtà concreta e finzione sia essa di carta o catodica. Infatti la barriera fra rappresentazione e realtà fra i giovani è molto tenue come anche le nostre ricerche sociologico-statistiche hanno documentato e, questi "angeli postmoderni" rientrano in pieno nel filone extraterrestri che ci contattano, visioni e messaggi di "spiriti" non meglio identificati, addirittura appunto, personaggi di libri, fumetti, film e tv che "diventano" reali". Massimo Introvigne – sempre alla scoperta dei legami fra forme "alte" di cultura e riflessione sociologica e manifestazioni di massa, che impostano ed impongono ciò che "va di moda", fa tendenza, "è nell’aria del tempo" di questo mondo globalizzato – ci spiega così, con queste scarne frasi, perché è stato importante il convegno "Angeli! Teologia, spiritualità, mode culturali" organizzato da Alleanza Cattolica e dal CESNUR (il Centro Studi sulle Nuove Religioni www.cesnur.org - cesnur@tin.it) al castello di Torre Canavese in Piemonte. Non solo i dati – il 67,36% degli italiani ed il 70% degli statunitensi, ma per i giovani saliamo al 71 e 73%, crede negli angeli – ma tutte le varie letture delle radici remote e recenti e delle conseguenze di tali fenomeni, hanno consentito di ampliare gli orizzonti di comprensione di ciò che si verifica. In apertura – dopo l’introduzione del prof. Mauro Ronco dirigente di Alleanza Cattolica – l’approfondimento di don Piero Cantoni dell’istituto "Opus Mariæ Matris Ecclesiæ", docente di teologia, ha presentato la corretta posizione dottrinale basata sulle Sacre Scritture e sul Magistero riguardo gli angeli ed ha chiarito che parte dei cattolici e del clero, che si è formato negli anni 1950-‘70 soprattutto – con correnti sia interne che esterne alla Chiesa cattolica – vede gli angeli come un qualcosa di pre-moderno, di non razionale ma, nel contesto in cui ci troviamo, che è invece postmoderno, questa è una posizione solo intellettualistica, residuale, rispetto appunto alla realtà odierna. Come di consueto è toccato al vulcanico sociologo direttore del CESNUR, dar fondo alla sua enciclopedica conoscenza per risalire alle motivazioni profonde del successo attuale degli angeli:

"Sono partito dalla ricostruzione dell’angelologia o dell’angelofilia "alternativa" – ci dice il prof. Introvigne – le grandi tradizioni, soprattutto ebraica, cristiana, islamica, hanno in comune (stranamente ma non tanto) di non sapere molto sugli angeli. È interessante l’esistenza di una "tradizione" (che mi permetto di catalogare quale "alternativa" rispetto a quelle monoteistiche) che invece "sa" tantissimo sugli angeli con tanto di nomi e funzioni. Nasce in epoca molto antica perché la prima religione con lussureggiare di angeli è la zoroastriana, passa nel mondo gnostico, si esprime nei vangeli apocrifi, soprattutto di Enoch, nel mondo cabbalistico e, con la scoperta della Quabbala da parte dei non-ebrei nel Rinascimento, nella magia e nell’esoterismo occidentale. Fino ad un personaggio molto importante che è Swedenborg che vive a cavallo tra la fine del ‘600 e l’inizio del ‘700 e scrive tantissimo su tali figure che sarebbero – è un’idea relativamente nuova, certamente eterodossa rispetto alla tradizione cattolica – in gran parte ex-uomini diventati angeli. Da un lato, esercita una certa influenza sui Mormoni che danno molta importanza anche nella loro arte e iconografia agli angeli, dall’altra sulla teosofia – entriamo in ambiente ed epoca "moderna"? – Si e con la Teosofia, comincia una confusione fra due figure che la tradizione esoterica aveva sempre distinto: gli angeli e i cosiddetti spiriti della natura o "elementali" (ondine, salamandre, silfidi, fate) e il momento di confusione è dato dai "devas", spiriti indiani, probabilmente semplici residui di divinità pre-indù, ma la teosofia con la sua presunzione di far da ponte fra Oriente e Occidente, identifica i devas con gli angeli. In quest’angeolologia alternativa c’è un grande fascino per un passo di "Genesi 6" dove si dice di angeli che si sono accoppiati con le figlie degli uomini generando quelli che la tradizione ebraica chiamerà "nephilim" di cui ci parla moltissimo il vangelo apocrifo di Enoch. I teologi cattolici sostengono che il passo ha un valore simbolico perché ovviamente gli angeli non hanno consistenza carnale e non vanno con le donne; perciò può essere un’allusione simbolica sia al peccato originale che al primo peccato. Invece tutta una tradizione esoterica è interessata ai "nephilim" i cui discendenti potrebbero essere ancor oggi fra noi. In ambiente teosofico, un gran numero di nuove rivelazioni del nostro secolo – come la "Chiesa Universale Trionfante" – hanno al centro tali interpretazioni più o meno esoteriche di genesi 6 ".

E veniamo alle tendenze stile New Age che sembrano quelle dominanti:

"Gli studi del Cesnur ci consentono di documentare che è sbagliato credere che sia caratteristica del New Age il rinato interesse per gli angeli perché si trova in ambiente cattolico, di apparizioni mariane ed anche angeliche, comunque di rivelazioni private e "alternative", intorno all’epoca della Seconda Guerra Mondiale o subito dopo, sia nell’area di lingua tedesca che negli Stati Uniti. Da questi ambienti cattolici ma marginali, passa nel mondo protestante in cui nel decennio 1980 è esplosa la "teologia della guerra spirituale" – cos’è una specie di "jihad", guerra santa piccola e grande, versione a stelle e strisce? – secondo questa corrente ci sono due guerre parallele che si combattono e si influenzano a vicenda: fanti e peccatori, per così dire, in terra, angeli e demoni in cielo ovviamente. Risale, a livello accademico ai primi anni ’80 ma viene consacrata popolarmente con un romanzo "Questa presente oscurità" del 1986 anche ben scritto e che ha venduto moltissimo, di Frank Peretti italoamericano, protestante, poi con fumetti cristiani come Archangel, serie tv di enorme successo come "Touch by an angel" "Toccati da un angelo", iniziata nel 1994. In realtà il New Age non dava gran importanza agli angeli; al massimo parlava di "devas". A Findhorn in Scozia, nell’esperienza iniziale del New Age, ci sono tanti devas che fanno crescere le piante del giardino…. Nell’Enciclopedia del New Age degli anni 1970-’80 non si trovano angeli. Quando la tendenza new age comincia ad entrare in crisi, in giro la moda degli angeli c’era già e il New Age se ne impadronisce. D’altronde era molto facile: in mezzo a rivelazioni di extraterrestri, spiriti e simili, il posto per angeli, presi per creature mitiche e reali a un tempo, totalmente avulse dal contesto biblico-evangelico, era quasi d’obbligo. Il grande interesse inizia con "Il libro degli angeli" di Sophie Burnahm del 1990. La Burnahm potrebbe andar di moda in questi giorni perché pur essendo una newager, non è cattolica, sostiene che alcune rivelazioni le vengono da Padre Pio – angeli come tendenza del riflusso del New Age? – Sì, nel momento in cui esplode la crisi si sfrutta anche questo. Direi che l’aspetto più peculiare degli "insegnamenti" degli angeli in ambienti New Age è che non sono affatto interessanti: ripetono cose che venivano dette 10-20 anni fa con la scrittura automatica o da alieni e spiriti assortiti. Si distinguono alcuni perché dicono che esiste la possibilità di diventare angeli – solito tema esoterico swedenborgiano –; altro aspetto tipico newager è che possono essere evocati con apposite "tecniche" e ci sono vari movimenti che le propongono".

Tornando al fulcro del problema, risalta l’influenza delle forme culturali di massa nell’immaginario collettivo specie dei giovani e nel contempo la popolarità di temi "religiosi" in senso lato, ennesima smentita dei luoghi comuni progressisti e laicisti:

"La tesi del critico statunitense harold Bloom secondo cui l’America vive immersa in un’atmosfera "gnostica" è molto discutibile ma effettivamente vi sono frammenti di piccola e grande letteratura che ci propongono sempre di più gli angeli. Non è un caso se in Gran Bretagna e Stati Uniti nelle classifiche dei best-seller ci sono romanzi molto simili (si potrebbe pensare che gli autori si siano consultati, no perché sono coerenti con quanto hanno già scritto), che hanno in comune almeno tre cose: vampiri, angeli e Giulietta e Romeo. Non sorridiamo è proprio così. In America al 2° posto c’è – al primo la Lewinsky non la schioda nessuno… – l’ultimo romanzo di Anne Rice (l’autrice del famoso "intervista col vampiro") "Vittorio il vampiro": lotta di uomini assistiti da angeli, contro vampiri nella Firenze di Cosimo de’ Medici. Dopo che i più sono stati ammazzati, l’ultimo ragazzo si innamora di una bella vampiressa e infine gli angeli lo perdonano. È una storia di Giulietta e Romeo che finisce bene. A Londra il romanzo in classifica è di un americano Steven Spruill, "Lords of light" " I signori della luce", in cui c’è una lotta, anche qui eterna va da sé, fra angeli e vampiri, stavolta si innamora l’angelo di una vampiressa – peraltro conosciamo da altri libri di Spruill che è "buona" – ma qui le cose vanno molto male perché è figlio di quell’angelo della morte che nella Bibbia si dice sterminò i nati in Egitto, ancora vivo e naturalmente non è contento che il figlio esca con la vampiressa e questa, a sua volta, è bisnipote di un vampiro egiziano che proprio con quell’angelo aveva lottato. Dunque ancora situazione stile Shakespeare ed alla fine interviene Dio che trasforma la buona vampiressa in angelo. I vampiri, lo dico spesso, sono un po’ una grammatica universale nel mondo anglosassone, che viene immediatamente compresa (come per Sherlock Holmes) e usata per raccontare tutto. Interessante è che ci siano "nell’aria", che facciano tendenza, due temi: Shakespeare e gli angeli. Come in ogni tendenza anche per gli angeli troviamo paccottiglia e cose abbastanza profonde. In un episodio di "X Files", "All souls" "Tutte le anime", si riflette sui "nephilim", con 4 gemelle ed un angelo che le cerca per ucciderle "nella luce" perché altrimenti le troverà il demonio. E’ usata una metafora interessante: quelli che sembrano buoni spesso sono cattivi e viceversa. Nel fumetto "The Preacher", predicatore del Sud con poteri straordinari, c’è lo spirito di "genesis" un figlio di angelo e demoniessa. L’impressione è che l’angelo ormai è entrato nella cultura postmoderna – una delle 2-3 grandi "icone" globali – e finchè si tratta di fiction va bene ma poi che si trova in congressi negli Stati Uniti? Peretti, sicuramente personaggio geniale in quanto autore, che fa conferenze teologiche. E le cose non vanno più tanto bene perché la sua teologia è un po’ strana: come minimo aggiunge tante cose che nella Bibbia non ci sono. Nella confusione postmoderna l’angelologia alternativa alimenta la fiction, questa a sua volta alimenta la prima e così molti non hanno chiare le differenze fra finzione letteraria e realtà. Materia abbondante di riflessione anche per chi ha voluto una religione di "specialisti", burocrati e intellettuali, tutti presi da tavole rotonde con una visione solo "orizzontale", razionalistica, della fede senza trascendenza e sacro. Ed ora ci ritroviamo con ragazzi che pensano seriamente che i prodotti di cinema e tv siano "veri" .

Articolo apparso sul SECOLO D’ITALIA martedì 25 MAGGIO 1999