"I liberaldemocratici non stanno a Destra"

"Ci vuole l’elefante, fare il partito unico liberaldemocratico e sostituire il Polo, per vincere il CentroSinistra,rappresentare tutti i moderati italiani, essere europei, moderni". Frasi fatte che vengono ripetute sui mass-media scritti e "parlati", non solo da Mario Segni e dai suoi (peraltro sparuti) seguaci, ma da molti intellettuali (giornalisti, commentatori, saggisti) e da alcuni (pochi, ma mediaticamente onnipresenti) esponenti delle attuali 3 più importanti forze del Polo (F.I.,A.N.,CCD). Ma corrispondono alla realtà, a quello che davvero sentono e pensano gli elettori del CentroDestra, gli iscritti e tantissimi dirigenti polisti? Dal 27 marzo 1994 (anzi dal novembre-dicembre ’93) ciclicamente si cerca con tutti i mezzi di denigrare e delegittimare la rappresentanza politico-partitica reale di Centro e di Destra che ha deciso di non andare a rimorchio delle Sinistre (soprattutto culturalmente e socialmente, non solo nelle istituzioni), per inventarne -artificialmente- una "diversa" che sia speculare (che somigli, "chieda il permesso" insomma, a chi esercita l’egemonia vera, in Italia e non solo) ai "progressisti". Purtroppo alimentano l’equivoco –e si lasciano "trasbordare ideologicamente" dai comunisti ex, post e neo–, anche personalità che non solo non sono schierate a sinistra, ma che dichiarano di voler contrastare la famosa egemonia gramsciana nei settori socio-culturali.

  • Le contraddizioni di "Liberal".

Pensiamo ai promotori della rivista "Liberal"; sono anticomunisti (tralasciamo le loro origini…), agiscono per far diventare il Paese moderno, contrapporsi ai "socialisti europei", ma cosa scelgono per qualificarsi? Liberal, vocabolo che nel mondo anglosassone (Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada, Australia, Nuova Zelanda, anche in Scandinavia ed in tutti i mass-media globali) significa: progressista, con tendenze da intellettuale radical chic, pregiudizialmente antireligioso e contro il diritto naturale nelle "moral issues" (famiglia, aborto, eutanasia, droga, fecondazione artificiale, omosessualità), sul versante socio-culturale e, su quello politico-partitico, ovviamente schierato a Sinistra. In compenso è spesso ultraliberista in economia. Ora perché – a parte il provincialismo di usare un vocabolo inglese – non si sono detti liberali? Non solo, perché, se pretendono di rappresentare "anche" le tendenze di Destra e non solo di "Centro", non si dicono "conservatori"? Perché concetti e significati reali vengono sacrificati ai luoghi comuni? Per "paura" di esser bollati dal potere gramsciano (che non è svanito, anzi…) come "di destra" , magari "reazionari", persino fascisti, o perché conservatore, specie in Italia, è quasi una parolaccia –cosa si può conservare infatti oltre i monumenti, l’arte e, forse alpini e carabinieri?– e comunque la loro ideologia non è in sintonia con l’identità civico-culturale degli elettori di CentroDestra ma è "altra".

  • I Liberaldemocratici non stanno "a Destra".

Dove esistono liberaldemocratici che siano "di Destra", o che si schierino "a Destra"? In USA va rammentato che persone e tendenze "di Destra" si autodefiniscono o vengono qualificate come "conservatives", "right wing", "populiste", o liberali (è persino ignoto il vocabolo liberista) per chi è "filo-grande capitale"; mentre ovviamente liberal con o senza "democratico", designa posizioni opposte, di "center left". E nella famosa Europa a cui dobbiamo omologarci? In Gran Bretagna esiste un partito Liberaldemocratico, guidato da Paddy Ashdown, composto da 2 tendenze: i residui del Partito Liberale (esponente più famoso Lloyd George negli anni 1920) e piccole correnti socialdemocratiche, fuoriuscite dai Laburisti negli anni 1970-’80 a causa dell’egemonia marxistica nel Partito e nelle Trade Unions. Naturalmente, sarebbero stupiti di vedersi collocare "a Destra" (è tanto vero che Blair, che persegue una politica meno marxistica col suo New Labour, vuol accordarsi coi LibDem), perché lì c’è il Conservative Party. Al Parlamento europeo esistono i "Liberaldemocratici e riformisti" con 42 seggi, ben distinti da quelli di Destra – UpE di neogollisti francesi, Fianna Fail irlandese, CDS-PP portoghese, greci e AN; e il gruppo detto degli "antieuropei": Front National, Republikaner, ecc. –, di cui fa parte ad esempio, Giorgio La Malfa che nessuno, spero, vorrà affibbiare a Destra. In Francia, l’ex coalizione "giscardiana" UDF, oggi implosa, aveva gruppi liberali, repubblicani, democristiani, quindi di "Centro", alleati con i neogollisti (una delle Destre) ma anche qui le definizioni sono differenti e legate alla storia peculiare del Paese:droite democratique, droite repubblicaine, bonapartista. In Germania tralasciando le cosiddette (e false) "destre" neonazionalsocialiste, vi sono prestigiosi pensatori come Ernst Nolte e vivaci riviste come "Criticon", di tendenza "liberalconservatrice", mentre in campo partitico "a Destra" c’è senza dubbio la CSU, Unione Cristiano Sociale bavarese, i cui esponenti e soprattutto gli elettori, sono cattolici, eredi e continuatori del vasto movimento legatissimo ai princìpi di Dottrina Sociale e quindi intransigente, federalista e nazionale, antimarxista; Dio, famiglia e patria "piccola e grande" per così dire. In Spagna oltre l’eredità "franchista", Alianza Popular prima, il Partido Popular oggi, sono di CentroDestra, accentuando i caratteri "popolari, riformisti, nazionali e cristiani" tipici del Paese, magari dicendosi liberali in economia. In quasi tutti gli altri Paesi specie nelle ex-dittature comunistiche, si è tornati a definizioni "classiche": nazionalcontadini, cristianonazionali, liberalnazionali, piccoli proprietari, ma i "libdem" -quando esistono- sono "altro", stanno fra le Destre e le Sinistre e "pendono" in genere più a sinistra a causa delle "moral issues". A meno che i nostri "intellettuali europei" non vogliamo rifarsi al PLDR di V. Wolfovich Zhirinovskij. Per chi non lo sapesse è un ex ufficiale del KGB, già utilizzato come agente provocatore nei gruppi di ebrei russi che volevano emigrare e (in piena URSS), creatore in pochi giorni di un partito "di opposizione" liberaldemocratico, per raccogliere le proteste e inquinare preventivamente ogni tendenza e posizione "di Destra", anticomunista, nazionalista, squalificandola, lanciando insulti antisemiti (lui che è per metà ebreo!), proposte guerrafondaie e neoimperialiste, collusioni con mafiosi e che ha per consiglieri e dirigenti ex generali del KGB. Quanto all’elefante, simbolo dei Repubblicani statunitensi, a parte quelli di Pirro e di Annibale che ci hanno invaso, cosa c’entra con l’Italia? "Americanate" appunto.

Articolo apparso su IL CORRIERE DEL SUD anno VIII n° 5 1999