Quando la Destra pensa

Un anno di "Percorsi "all’insegna dell’approfondimento culturale.

Fra i tanti deleteri stereotipi veicolati dalla "cultura" predominante ( che è più corretto definire regressista piuttosto che "progressista’’) vi è quello, annoso e stucchevole, della carenza, ovvero della totale mancanza, di una Destra europea, culturalmente dignitosa, moderna, a fronte della presenza di un Polo che sarebbe un concentrato delle peggiori nefandezze morali e comportamentali delle genti non solo italiche ma latine e "mediterranee’’ in genere. Non stupisce quindi che in ambito sia vetero-marxista che tardo-azionista, sia nostalgico-democristiano che neoliberista – a livello soprattutto di comunicazione di massa e stante l’assoluto predominio di tali tendenze in questo campo – si prosegua imperterriti nel propalare una simile vulgata. Tanto simile - e non certo per caso - alle altre vulgate oggetto ormai per fortuna di ampie e documentate revisioni (Medioevo, Rivoluzione in Francia, guerre mondiali, Comunismo). Se dunque a Destra non vi è "cultura’’, come comportarsi quando, invece, un gruppo di intraprendenti ed un pò "folli’’ esponenti della politica, del giornalismo, della scuola e delle professioni, decidono di dar vita ad una rivista che sia strumento di confronto "per la Destra e non solo’’, che faccia approfondimento serio, documentato e rigoroso, su tutti i temi dell’attualità e dell’immediato futuro senza trascurare il passato? Basta sostanzialmente ignorare il tutto oppure parlarne qualche rara volta e, magari, per incasellarla nelle "guerre fra correnti’’ che agitano una piccola parte del personale partitico di una delle componenti del Polo e che con la rivista c’entrano come i famosi cavoli (quelli del proverbio non quelli di Cossiga…). Eppure ci sarebbe molto da dire su "Percorsi " giunta col numero di dicembre 1998 al suo primo anno di esistenza, caparbiamente voluta da Gennaro Malgieri che la dirige "politicamente’’ coadiuvato da Marco Respinti quale direttore responsabile ed instancabili, in redazione, da Gloria Sabatini ed Andrea Morigi. Certo non vi sono gli spot accecanti degli studi tv per un politico di professione (Malgieri è deputato di Alleanza Nazionale) che non si preoccupa né di ribaltoni né di dichiarazioni in "tuttologia dell’aria fritta’’, bensì di invitare a riflettere sulle conseguenze di Euro, globalizzazione, pericoli totalitari moderni, futuro dell’istruzione e dell’educazione, identità nazionale, ruolo dei partiti, importanza di un’azione politico-culturale per uno schieramento che è sì all’opposizione a livello nazionale ma è al governo in tante importanti realtà dell’Italia ( e deve tendere ovviamente a riconquistare anche Palazzo Chigi). Questo e tantissimo altro si è visto sulle pagine – graficamente curate in sobria ed elegante maniera "classica’’ ed estremamente leggibili fra l’altro – di Percorsi. Ma non si pensi ad una rivista di partito nel senso ristretto del termine. Anzi, i temi, i collaboratori, il tono generale, vanno molto oltre non solo AN ed il Polo ma anche gli angusti schemi in cui si incasella la "cultura di Destra’’. Ecco la grande attenzione dunque al Pensiero Forte, innanzitutto quello Conservatore, spaziando da quello europeo, latino ed anglosassone a quello americano di evidente "discendenza’’ dai primi (con le feconde rielaborazioni ed adattamenti prodotti). Ampio spazio anche al Cattolicesimo più combattivo e conseguente, che reinterpreta, alla luce della realtà odierna dei fatti, le lezioni della scuola di pensiero controrivoluzionaria e poi le rievocazioni di figure significative (ed i loro ambienti) italiane e mondiali, della politica e della cultura, "Testimone del tempo’’ e "Il ramo d’oro’’ e le altre rubriche da quelle, stile pamphlet, di Rino Cammilleri ed ora anche di Franco Cardini, alle panoramiche di "Oltrefrontiera’’ e delle recensioni. Percorsi ha anche preso la buona abitudine di offrire in omaggio compact disc di classica e jazz e librettini fra cui, nell’ultimo numero, quello del professor Domenico Fisichella intitolato "La Destra in cammino. Alle origini di Alleanza Nazionale" che raccoglie editoriali e interviste su quotidiani dell’attuale vicepresidente del Senato ed interventi a congressi e conferenze programmatiche di AN. Particolarmente interessanti per mostrare come sia possibile parlare e scrivere di politica in maniera chiara e concisa, raccogliere consensi sulle idee e proposte avanzate, tradurle in pratica ed avere successo, come appunto è toccato al brillante studioso ed apprezzato docente messinese che ha intuito nel "lontano’’ 1992 la necessità di un movimento politico che coagulasse le sensibilità delle Destre esistenti ma sommerse ed emarginate nel nostro Paese. Solo una citazione estremamente significativa ed adatta alla vulgata di inizio articolo. Dopo aver descritto AN come partito "…della Nazione, di cattolici e delle distinzioni…", il prof. Fisichella precisa al giornalista che chiede "…– Cosa non le va allora di "moderazione’’? – …Esiste in taluni momenti la necessità di prendere posizione, anche severa, soprattutto su alcune questioni di principio…Se moderatismo significa compromesso allora non è certo coerente con la nostra impostazione…". Speriamo che tanti polisti lo leggano e riflettano.

Articolo apparso su L’Arno anno XII n°1 gennaio 1999