Alleanza Nazionale a Cremona:

un forte impegno per l'agricoltura (29 gennaio 2000)

 

Negli anni Trenta, la Vanderbilt University del Tennessee è stata la culla di una importante reazione morale e culturale al diffondersi di una mentalità progressista, secolarista, liberal e modernista che nell'industrialismo sfrenato poneva alcune delle proprie più forti speranze per l'avvenire. Questa reazione - che impegnò alcune delle menti migliori dell'epoca, come Donald Davidson, Allen Tate, John Crowe Ransom, Andrew Nelson Lytle e Robert Penn Warren - fu capitanata da un gruppo di letterati, di scrittori e di storici che non esitò ad adottare, come propria bandiera ideale, il nome di Agrarian. Uomini di cultura, a volte lontani dal lavoro fisico nei campi, che non si vergognavano di riferirsi (lo giudicavano anzi un punto di onore) alla campagna, alla terra, all'agricoltura perché emblemi di un mondo fecondo e ricco - ancorché minacciato e sempre più trascurato - simboleggiante un'intera concezione della vita fondata su valori e princìpi sani, schietti e autentici che al proprio cuore pongono la famiglia, la fatica, l'onestà, il senso della continuità fra le generazioni, l'idea non individualistica di operare all'interno di una comunità per il bene comune dei suoi componenti, il senso del ricevere qualcosa da qualcuno e di lasciare, domani, un'eredità trasformata, migliorata e resa più produttiva.

Sabato scorso, alla Fiera di Cremona, nel cuore della Lombardia rurale faro di tutto il comparto agro-alimentare d'Italia, la Consulta Nazionale per l'Agricoltura di Alleanza Nazionale ha voluto fare il punto sull'attuale situazione del settore, enunciando concetti e prospettive analoghi al pensiero degli "agrari della Vanderbilt". Il convegno Destra: un impegno concreto per l'agricoltura ha efficacemente chiamato a raccolta parlamentari europei e nazionali, amministratori regionali e locali, quadri dirigenti del partito, nonché rappresentanti del lavoro agricolo e delle associazioni di categoria, e ha chiesto al presidente Gianfranco Fini di suggellarne i lavori e d'interpretare in senso politico i forti richiami, le numerose proposte d'iniziativa e pure le proteste che nel corso di una nutrita e altamente significativa - per pregnanza tecnica e per solidità di richiami - serie d'interventi si sono succeduti nell'arco di un'intera mattinata.

Per l'On. Stefano Losurdo, presidente nazionale dell'organismo promotore, "AN deve diventare sempre più il referente politico naturale degli agricoltori italiani e la Consulta Nazionale istituita dal partito deve continuare a operare in piena sintonia con le organizzazioni agricole di categoria per affrontare e per risolvere la grave crisi che attanaglia tutti i comparti dell'agricoltura italiana, soprattutto contribuendo a risvegliare negli agricoltori una più avvertita coscienza politica tale da imporre una più vigile tutela degli interessi agricoli italiani in sede comunitaria e internazionale". Con questo programma politico - efficacemente tale perché fondato su una precisa valutazione culturale della rilevanza del lavoro e del mondo agricoli -, AN ha chiesto ai propri dirigenti e agli operatori del settore d'illustrare virtù e vizi di quella che per molti, troppi esponenti dei governi di Centrosinistra e di Sinistra che da quattro anni si avvicendano alla guida del Paese è e rimane (come ha detto Fini) la "Cenerentola" della produzione italiana.

Folta la schiera degli oratori, i cui interventi verranno presto raccolti in un volume di atti che s'incaricherà di prolungare nel tempo e di rendere ancora più concreta la messe di contributi e di spunti offerti da Cremona anzitutto ai congressisti, ma certamente a tutto il Paese. Luciano Panvini (coordinatore provinciale di AN di Cremona) e Marco Pizzamiglio (coordinatore provinciale della Consulta Agricola di AN della medesima città) hanno aperto il convegno portando agli intervenuti i saluti degli organizzatori. L'On. Ignazio LaRussa (coordinatore regionale di AN per la Lombardia), l'On. Cristiana Muscardini (presidente della delegazione di AN al Parlamento Europeo e vicepresidente del gruppo "Unione per l'Europa delle Nazioni") e l'On. Stefano Losurdo hanno introdotto i lavori, fissando il quadro d'insieme del Convegno, di cui l'On. Sergio Berlato, deputato europeo di AN, ha esercitato la presidenza. Mario Vigo, Presidente Provinciale dell'Unione Agricoltori di Milano e Lodi, e il senatore Gilberto Cormegna, docente di Economia agraria, hanno quindi svolto le relazioni tecnico-politiche portanti, a cui si sono poi aggiunti gl'interventi dell'On. Daniele Franz (Componente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati), dell'On. Pietro Armani (vicepresidente della Commissione Bilancio della Camera), di Bruno Canella (vicepresidente della Regione Veneto e assessore all'Agricoltura), di Umberto Maerna (assessore all'Agricoltura della Provincia di Milano), di Francesca Vannuttelli de Poli (presidente delle Imprenditrici Agricole Cremonesi), di Cesare Dacci (veterinario di Brisighella), di Tommaso Bisi Griffini (coordinatore provinciale della Consulta Agricola di AN di Lodi), di Alessandro Zambello (coordinatore Provinciale della Consulta di Mantova), d'Ivano Pedrotti (coordinatore provinciale della Consulta di Reggio Emilia), di Giovanni Daghetta (componente del Consiglio dell'Ente Risi di Pavia), di Nicola Sagliocco (coordinatore regionale della Consulta di Cuneo) e di Fracesco Cervetti (enotecnico di Pavia).

Denunciando lo strapotere delle multinazionali che penalizzano fortemente l'agricoltura italiana sul piano internazionale, Cristiana Muscardini ha illustrato il lavoro svolto da AN in Europa a sostegno di questo importante comparto della produzione nazionale, invitandone gli operatori a riconsiderare l'appoggio da essi in passato dato a quelle forze politiche che hanno poi finito per deludere sia gli agricoltori, sia i cittadini. Sergio Berlato ha ridefinito il mondo del lavoro agricolo come un imprescindibile settore dell'impresa italiana, a cui occorre dare (come l'attuale compagine di governo non fa) rinnovate certezze sia normative, sia economiche. Per l'eurodeputato, l'agricoltura è importante sotto il profilo sociale in quanto portatrice di storia, di cultura e di tradizioni, ma anche perché felicemente in grado, se adeguatamente considerata, incentivata e amministrata, di offrire nuova preziosa occupazione. Riferendosi poi al cosiddetto mondo ecologista, politicamente caratterizzato a sinistra, Berlato ha significativamente ricordato come l'agricoltore svolga una fondamentale opera di garanzia del territorio proprio con la sua stessa presenza, quella presenza che può rimediare ed evitare i gravi dissesti idrogeologici del Paese tamponare post factum i quali costa poi alla comunità cifre ingentissime in interventi straordinari facilmente evitabili (assieme alle vittime e ai danni fisici permanenti al territorio) con una più accorta politica preventiva basata sul radicamento e sulla permanenza dell'uomo sulla terra.

Mario Vigo ha fortemente denunciato l'assoluta mancanza di una strategia politica nazionale per il settore agricolo, chiedendo anche quella maggior autonomia locale che permetterebbe la tempestività e l'efficienza economica degl'interventi necessari a questo comparto. Per Vigo, il federalismo (quello autentico, non quello strumentale e vacuo) è utile anche in questo campo al fine di liberare e di ottimizzare le risorse umane ed economiche già disponibili. Rivendicando l'alta qualità dei prodotti italiani, raggiunta e garantita comunque anche malgrado le forti penalizzazione patite dal settore, Vigo ha sottolineato la sistematica mancanza di risposte alle esigenze degli agricoltori da parte del governo e ha ricordato come l'attaccamento alle tradizioni della nostra terra, caratteristico del mondo agricolo, ne permetta la competitività nel contesto internazionale, senza per questo trascurare l'orizzonte nazionale.

Su queste considerazioni e su queste valutazioni si è quindi inserito l'intervento del presidente Fini, il quale ha anzitutto espresso soddisfazione per il Convegno affermando che "con la proposta di fatti, e non di mere chiacchiere, si aiutano gl'italiani a riconciliarsi con la politica". Per il leader della Destra italiana, infatti, "o la politica è concretezza e serietà, oppure la gente disgustata diserta le urne". Con testimonianze forti come quelle date a Cremona, ha detto Fini, "AN dimostra la volontà d'intervenire fattivamente nei problemi degl'italiani, nonché la propria capacità di fornire indicazioni di soluzioni precise. Quella rappresentata da AN è una Destra di governo: e qui, in questo settore, con un Convegno come quello di Cremona, essa ne dà un esempio lampante". Con l'agricoltura, ha affermato il presidente di AN, "siamo di fronte a un'imprenditoria che trasmette valori: e questo non è poco! La gerarchia di valori che questo mondo esprime - gli stessi che animano AN e che il partito intende rappresentare in politica - è chiarissima: altro che le 35 ore di lavoro settimanali! In agricoltura le si coprono magari in soli due o tre giorni... Questo è il mondo del senso del dovere, del rispetto delle tradizioni e del radicamento nazionale". A fronte dei nuovi problemi posti dalla globalizzazione dei mercati, il ceto politico - ha detto Fini - deve mostrarsi sensibile. "Sulla scena europea, altri Paesi (la Francia, per esempio) si mostrano intransigenti quanto alla propria produzione nazionale. Da noi, invece, ecco per esempio l'annoso problema delle quote per la produzione del latte. Disputa gravissima che deriva semplicemente dal fatto che i rappresentanti italiani nell'Unione Europa incaricati della questione hanno accettato l'imposizione di quote di produzione pari solo al 55% del fabbisogno nazionale. Perché? Non solo per la pressione esercitata da alcune lobby, ma certo anche per ragioni di scambio: Lamberto Dini ha per esempio ratificato un trattato che impone all'Italia d'importare arance dalla Tunisia, mentre contestualmente noi esportiamo là automobili. Ne sa qualcosa l'avvocato Agnelli?" Anche il comparto agro-alimentare, ha concluso Fini, testimonia l'urgenza di una decisa svolta politica nell'Italia governata dalle Sinistre, una virata sostanziale che può e deve cominciare adesso dalle Regioni.

Marco Respinti

 

[Articolo pubblicato in

© Secolo d'Italia. Quotidiano di Alleanza Nazionale, anno IL, n. 26, 1-2-2000, p. 13,

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