Comunione e Liberazione oggi Parla Giuseppe Zola, uno dei primi aderenti al movimento fondato da don Giussani “Nell’itinerario
di don Giussani si rispecchia quello del secolo trascorso: la lotta fra
Fede ed irreligiosità”. Questa frase vergata
dal card. Joseph Ratzinger nell’introduzione al volume “COMUNIONE
E LIBERAZIONE. LE ORIGINI (1954-1968)” -Edizioni Paoline, Milano,
2001, 300 pagine, L. 30,000- è stata scelta da Giuseppe Zola
responsabile di Comunione e Liberazione per il Nord-Ovest, per
comprendere la narrazione degli inizi “dell’avventura cristiana”
del movimento ecclesiale fondato da don Luigi Giussani a Milano nel
lontano 1954 al liceo Berchet”. L’occasione
è stata data da una manifestazione organizzata da COMUNIONE E
LIBERAZIONE della Calabria e dalla LIBRERIA PAOLINE, in collaborazione
con la Fondazione Rubettino, nella Sala del Consiglio Comunale a
Commenda di Rende, proprio per divulgare il contenuto dell’opera ma è
diventata – dopo
l’esecuzione di due
canti da parte del coro degli universitari ciellini -
una narrazione vivace e colorita dell’esperienza personale di
Zola, che si è sottoposto alle domande incrociate del prof. Franco
Macchione -
dirigente della Fraternità calabrese di CL
-
e di Antonio Saladino (responsabile della Compagnia delle Opere
per il Sud). Col “vecchio”
Giuseppe Zola -
in quanto fra i primi aderenti a Gioventù Studentesca, nucleo
originario della futura CL – abbiamo tracciato un quadro di cos’è
oggi il movimento e della sua espansione. “Ormai
CL, dalle prime missioni in Brasile, è radicata in più di 70 paesi al
mondo e senza una programmazione particolare ma proprio per una
diffusione portata da persone che con la loro presenza hanno dato vita a
gruppi in tutti i continenti”. Cosa
racconta in particolare don Camisasca in questo libro? Forse non
soltanto l’impulso iniziale di
don Giussani ma anche le storie concrete di tanti ragazzi poi
diventati adulti vero? “Si,
il libro è molto leggibile, godibile, racconta in modo inedito, nella
prima parte, le origini personali di “Gius” come lo chiamiamo noi
affettuosamente, la vita in famiglia, in seminario, quindi quegli
insegnamenti della sua infanzia ed adolescenza che lo hanno portato poi
ad avere questa certezza in Cristo che è tale da poterla annunciare
anche nel mondo contemporaneo. Nella seconda, vengono raccontate le
origini e la grande espansione avvenuta in Italia in modo molto veloce,
e per converso la crisi del “Sessantotto”
quando anche molti ciellini si lasciarono prendere, diciamo così,
“dalle urgenze del mondo”, abbandonarono il criterio cristiano e
questo creò qualche problema. Però è mirabile constatare come
immediatamente dopo, nello stesso 1968, il movimento abbia ripreso a
“camminare” perché don Giussani ha ricominciato dal principio
traendo preziosi suggerimenti dai fatti accaduti”. Una
caratteristica importante è forse quella di un continuo rinnovamento
generazionale, mantenendo però un legame fra genitori e figli, anche
fra nonni e nipoti ormai possiamo dire. È qualcosa che caratterizza
fortemente CL anche rispetto ad altre realtà ecclesiali che invece,
negli ultimi decenni, hanno perso questa capacità della “traditio”,
la trasmissione dei princìpi della fede di Cristo, quella che è la
Tradizione viva e peenne. “In
effetti la lettura di questo volume è abbastanza commovente, specie per
uno come me che ha incontrato “Gius” alla fine degli anni 1950 al
liceo “Berchet” e con lui ha contribuito a qualcosa che ora è
diventato storia. Addirittura degno di esser raccontato in un libro.
Questo dà la sensazione che abbiamo veramente partecipato ad un grande
avvenimento; che in qualche modo siamo stati protagonisti della storia
della Chiesa che è in Italia e di quella del nostro Paese, e grazie a
cosa? Grazie al grande carisma donato dallo Spirito Santo a don Giussani,
che poi,
ha saputo trasmetterlo a tanti. Questi “tanti” lo hanno
seguito, fin da ragazzi, sono diventati grandi, per cui è vero quel che
dice lei, ormai CL comprende dai ragazzini più piccoli (addirittura
delle scuole medie inferiori), fino a chi, come me, è già nonno”.
Articolo uscito su Il Domani della Calabria di
mercoledì 6 giugno 2001 |