Medio Oriente visto dai cristiani

Riflessioni etiche e geopolitiche sul conflitto arabo-palestinese

La nuova “tappa” dei Percorsi Ecclesiali di Dottrina Sociale promossi dall’Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano e dal locale Centro di cultura per lo sviluppo gemellato con l’università Cattolica di Milano, ha affrontato un tema delicato e difficile: I cristiani e la guerra. La sfida dei conflitti in Medio Oriente". Giovanni Serra coordinatore dei Percorsi, ha   

interventi del prof. Giancarlo Graziola del gruppo di studio su "Armi e Disarmo" dell'Università Cattolica,  sulle radici economiche della conflittualità e delle guerre nell'area mediorientale e sulla interazione con i fattori politici e religiosi e di don Antonio Staglianò, docente all'Università Gregoriana e collaboratore della Conferenza Episcopale per il Progetto Culturale, sull’evoluzione della dottrina sociale della chiesa circa il tema della guerra Esiste una guerra giusta?  Una possibile risposta conclusi dall’arcivescovo mons. Giuseppe Agostino.

Con l’ausilio di tabelle sulla comparazione fra sviluppo economico e militarizzazione in Medio Oriente dal 1971 al1999, il prof. Graziola ha cercato di scandagliare la ricerca delle radici e le cause ultime  delle guerre anche perché (ed è stata un po’ questa la “cifra” dell’iniziativa ecclesiale) la spinta ad andare al di là di spiegazioni imbastite sulle ragioni addotte al momento dalle parti in causa per trovare ragioni più generali è sia un’insopprimibile esigenza conoscitiva sia un prerequisito per il successo di ogni politica della pace. Nella prima metà del XX secolo, prima che fosse chiaro quanto grandi sarebbero state le riserve petrolifere del Medio Oriente, questi era l’area strategicamente essenziale per il controllo delle vie di comunicazione di Francia e Gran Bretagna coi possedimenti coloniali in Africa ed Asia. Ma l’enfasi sul fattore economico non comporta né una sottovalutazione degli altri fattori ne la riduzione a quello.

Le origini della conflittualità nel Medio Oriente sono negli eventi che hanno segnato la fine dell’Impero Ottomano  della I Guerra mondiale e la spartizione del controllo dei territori tra Francia e Gran Bretagna, che così facendo non onoravano le loro promesse di appoggiare la costituzione di nuovi stati arabi, l’avvio invece, da parte della Gran Bretagna, di una politica favorevole alla costituzione ed espansione in Palestina del “focolare ebraico” promesso con la dichiarazione Balfour, suscitarono nelle decadi 1920-1930 un nazionalismo arabo antagonista all’Occidente ed antiebraico. Ai “Mandati” inglesi subentrarono due nuovi paesi arabi, l’Iraq e la Transgiordania. Per la Palestina le Nazioni Unite chiesero nel 1947 una spartizione tra uno Stato d’Israele ed uno palestinese ma solo il primo fu proclamato nel 1948.

Il rifiuto arabo di Israele portò alla prima guerra (1948-‘49) che si concluse con un’umiliante sconfitta degli eserciti arabi.

Articolo uscito su IL QUOTIDIANO della Calabria pagina 21 “Cosenza”
Anno 8 n°124
mercoledì 8 maggio 2002 con lo stesso titolo