Nella terra di Mezzo guidati da Colin Duriez

Un utilissimo compendio di spiegazioni dettagliate di personaggi, luoghi,  tematiche tolkieniane, un dettagliato discernimento di fonti, di relazioni personali e intellettuali dello scrittore, un’aggiornata ed esauriente bibliografia (ma in fondo tutto il volume è una specie di “bio-bibliografia”) per  comprendere  il fantastico ma complesso mondo del prolifico scrittore anglosassone e giungere a dipanare il fulcro del ricchissimo intreccio della saga “subcreata” dal  letterato oxoniense.  Basterebbero tali accenni a presentare esaustivamente Colin Duriez “Tolkien e il Signore degli anelli. Guida alla Terra di Mezzo” - ed. it. a cura di Marco Respinti, Gribaudi Editore www.gribaudi.it, Milano 2002, 320 pagine,  ¤ 15,50 – ma il compatto lavoro di questo specialista dell’intera produzione tolkieniana e non del solo libro più famoso, si segnala per numerose particolarità. Merito certo di traduzione e cura complessiva dell’edizione da parte di Respinti – esperto di cultura dell’area anglosassone - che rivaleggia in attenzione ai dettagli con Duriez (alle pagine 62 e 159 corregge in nota perfino certe interpretazioni dell’autore parzialmente errate), ma anche ovviamente della passione e dell’interesse non convenzionale che traspare dalle pagine del lavoro. Sia per chi si accosta da neofita al ramificato universo letterario, sia per chi  lo rilegge periodicamente, utili promemoria sono i capitoli “La Terra di Mezzo dalla A alla Z”, “Esseri viventi, luoghi, cose ed eventi”, “Temi chiave, concetti e immagini”, “Le persone e i luoghi della vita di Tolkien”, “Gli scritti di Tolkien”, in cui in rigoroso ordine alfabetico viene descritto tutto il possibile. Anche la vita privata ed accademica del mite ma  deciso studente e poi docente universitario, viene scandagliata per inserirla nel contesto da cui nacquero le sue “creature letterarie” e comprendere il  successo che ebbero sin dall’inizio (“Lo Hobbit” sin dal suo apparire nel 1937) ed hanno ancora – Duriez annota che nei dizionari inglesi c’è ormai la parola hobbit -. Emerge un Tolkien  giocatore di rugby (non un barboso e pantofolaio prof) e appassionato di latino; soprattutto Duriez coglie due risvolti paralleli e “fondanti” del Tolkien come persona e scrittore: l’esser profondamente cristiano (“devoto cattolico romano” rispose in un’intervista alla BBC), l’aver trasposto tutti i temi religiosi possibili nei suoi lavori (finanche quelli meno adatti in apparenza)  ma non con “pesantezza”,  bensì nella maniera più semplice e -  non a caso – “naturale” che si possa immaginare, ed un’abilità stupefacente nel rapportare la maestosità della sua mitologia a livello di ragazzi,  tanto da far appassionare intere generazioni diverse e lontane, non solo geograficamente.