Come i musulmani “vedono” gli occidentali Limes
e le spade dell'Islam “Le
spade dell'islam”, titolo suggestivo (magari un po’ inquietante)
per il Quaderno Speciale di Limes che analizza approfonditamente
questo “Altro” enigmatico, affascinante e minaccioso, che è
diventato l’Islám per gli occidentali, in cui troviamo anche ipotesi
per risolvere l’eterno scontro Israele-ANP. E' il 3° corposo speciale
(192 pagine) che il direttore Lucio Caracciolo e il suo team
“sfornano” dopo La guerra del terrore di fine settembre e
Nel mondo di bin Laden di ottobre. Tre le sezioni in cui è diviso
il volume: “La Guerra continua, Noi visti da loro, Musulmani contro”;
corrispondenti alle principali sfaccettature dei problemi
drammaticamente emersi dopo l'attacco agli USA dell'11 settembre scorso.
Nella 1ª parte “DOPO KABUL” troviamo il contributo del
generale Fabio Mini “Perché combattiamo ancora”, tentativo
di analisi dal punto di vista “dell'aggressore” molto preoccupato
per gli esiti ambigui e provvisori della campagna d'Afghanistan e la
mancanza di priorità strategiche che mostrano gli occidentali mentre si
è ancora lontani dall'obiettivo di stroncare il terrorismo
transnazionale. Sergio Trippodo aggiunge ulteriori elementi di
problematicità in “L'Afghanistan dopo i taliban” dato che
con le conquiste dell'Alleanza del Nord la situazione si complica per le
divergenze fra i vincitori e cerca di offrire un panorama chiaro di chi
controlla oggi le province strappate ai taliban, il ruolo degli sponsor
esterni delle fazioni, il rischio del vuoto di potere. Decisamente
controcorrente Conrad Schetter che smonta “Il mito della guerra
etnica” confutando le analisi che attribuiscono alle popolazioni
locali appartenenze 'culturali' che non corrispondono al loro agire,
criticando anche l'assurdità del progetto di partizione fra 'Nord tagiko' e
'Sud pashtun'. Origini, obiettivi, strutture, territorio, reti virtuali
di al-Qa'ida e dei gruppi del network del terrore e l’uso
politico dell'islam radicale, nello scritto di Steven Simon “Che
cos'è il terrorismo georeligioso” che ipotizza possibili
controstrategie (non solo) occidentali. Nella 2ª parte “MONDI
ARABI” Antonella Caruso presenta le radici geopolitiche del
pensiero islamico, l’influenza sulle correnti radicali e il rapporto
con gli obiettivi di bin Laden in “Quando l'islam pensa il
mondo”. La tragedia del Vicino Oriente sarà “risolta” da un
nuovo “Muro”? se lo chiede Elena Dusi in “La tentazione di
Salomone: un muro per dividere israeliani e palestinesi?” che
illustra gli studi del geografo israeliano Arnon Soffer che ha
cartografato un progetto di separazione dai territori dell’ANP, lo
Stato ebraico difenderebbe così l’identità etnica, minacciata da
tendenze demografiche favorevoli agli arabi. Nella 3ª parte “ALTRI
ISLAMISMI”, Giovanni Maria del Re fotografa una “Germania,
terra islamista”, in cui grazie a leggi particolarmente
liberali e al welfare, la
Repubblica Federale è diventata ricettacolo di gruppi legati al
terrorismo. Alberto Melloni in “Sguardi nello specchio: 3 modi
cattolici di percepire l'islam” tenta di mostrare la posizione
della Chiesa di Roma verso l’Islam. Di notevole interesse “Nulla
più come prima? La globalizzazione dopo l’11 settembre” di
Giuseppe Sacco che dà una convincente
definizione di globalizzazione: “industrializzazione di
alcuni paesi del terzo Mondo con capitali e tecnologie soprattutto
dall’America…si tratta della trasformazione di parte del continente
asiatico in periferia industriale del mondo sviluppato” e centra
l’obiettivo sulla Cina, attuale e futuro fulcro della “partita”
nel “Great Game” del XXI secolo. Articolo uscito su IL
QUOTIDIANO della Calabria pagina
52 “Cultura & Società” |