La mentalità comunista La mentalità comunista condiziona ancora l’Occidente “Dobbiamo
riconoscere che senza l’apporto dell’Occidente i regimi comunisti
non si sarebbero installati in Oriente. E non soltanto attraverso i
continui aiuti economici e materiali regolarmente forniti
dall’Occidente all’URSS fin dal momento della sua costituzione, ma
in misura assai maggiore a causa della simpatia
e della benevolenza dimostrata dall’Occidente nei confronti di
tutto quanto avveniva ad Oriente. Per l’establishment occidentale di
sinistra, l’URSS rappresentava in
qualche modo il figliol prodigo, che prima o poi sarebbe tornato
in seno a quella democrazia dalla quale si era staccato…Ma, infine, il
sistema comunista è
crollato, a dispetto di tutti i tentativi fatti dall’Occidente per
salvarlo. E che cosa è successo? Che sono stati scritti centinaia di
libri sul passaggio dal capitalismo al socialismo, ma nemmeno uno sul
passaggio dal socialismo al capitalismo. Ciò significa che
l’Occidente ha spiritualmente e moralmente capitolato, che ormai da
tempo ha deciso che il socialismo è il suo futuro…”. Un’analisi
lucida e controcorrente che coglie il fulcro dei problemi innescati (nel
1917) – e non certo risolti nel 1989-1991– dal divenire
l’ideologia marxista, grazie alla “prassi” leninista,
“socialismo reale”; inveratasi cioè storicamente nello stato
totalitario guida, l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche ed
il nodo cruciale del rapporto di “amore-odio” col cosiddetto
Occidente (o meglio con l’establishment finanziario ed intellettuale
che ne ha avuto e ne ha la
guida). Vladimir Bukovskij – autore del brano riportato – si
conferma così refrattario
alle sirene del “politically correct”
e, vivente smentita dello stereotipo dell’ex-dissidente
sovietico o comunque dell’Est
che, dopo la fatidica
caduta del Muro di Berlino e la dissoluzione “materiale” (e solo
materiale) del Patto di Varsavia, dunque dell’imperialismo comunista,
disilluso e frustrato dal triste panorama delle nazioni post-sovietiche
, avrebbe (in parte o completamente) rinnegato la lotta per la libertà
e rimpianto “qualcosa” del sistema socialista. Invece Bukovskij rilancia,
per così dire, ed assieme allo scrittore bielorusso Vasil’ Bykov ed
all’ex-ufficiale del GRU, i servizi segreti militari sovietici,
Viktor Suvorov, offre ai lettori italiani, in un piccolo 115 pagine,
ma denso volumetto, numerosi utili spunti di riflessione e chiarimento.
“La mentalità comunista” questo il titolo opportunamente
dato dalla Spirali (Milano, 2001, euro 15,49) che lo pubblica al n° 169
della collana “l’alingua”
alla raccolta delle conversazioni e degli incontri che i tre
“dissidenti integrali” hanno
avuto in Italia nel corso del 2000. La Spirali
prosegue così una
preziosa opera di pubblicazione iniziata con “Gli archivi segreti
di Mosca” di Buskovskij, “Stalin, Hitler. La rivoluzione
bolscevica mondiale” di
Suvorov, “Caccia all’uomo” e “La disfatta” di
Bykov, di materiale “post-sovietico”
che revisiona sul serio la vulgata conformistica
tanto di moda in Occidente e tanto comprensiva,
persino degli orrori da incubo, dei “Paesi di democrazia
popolare”. Azzeccato in
questa linea anche il titolo – sulla mentalità comunista - che
rimanda alle tendenze culturali e sociali ed allo stretto rapporto fra
radici ideologiche “occidentali” e “bolsceviche”. Altri brani
illustrano con estrema chiarezza i termini della questione: Buskovskij
(pagine 94-95) “Quando mi dicono che il comunismo è crollato, mi
chiedo sempre se sia crollato davvero. Se il nazismo è stato
cancellato, è perché l’operazione è stata radicale, nel senso che
fu completamente smantellato, le sue strutture eliminate e i suoi capi
processati e condannati. Insomma tutt’altro atteggiamento che nei
confronti del comunismo, sebbene i crimini di cui si sono macchiati
siano analoghi, dalle torture al genocidio. Ma, alla fine i nazisti sono
stati dichiarati criminali mentre i comunisti passano per gente che ha
commesso errori…”. Buskovskij si chiede perché gli occidentali
siano così “comprensivi” verso i nomenklaturisti che
esercitavano il potere nei totalitarismi di Sinistra (persino coi capi
di polizie politiche e Gulag): “…Gli ex collaboratori ideologici
di Mosca, molto spesso segreti ma anche palesi, sono arrivati al potere
nella maggior parte dei paesi europei. Ne Gli archivi segreti di
Mosca , produco decine di documenti che confermano la collaborazione
segreta dei socialdemocratici tedeschi, molto spesso attraverso canali
del KGB, dagli anni Sessanta. Negli anni Settanta, la collaborazione era
talmente stretta che diventava difficile definire il confine fra la
socialdemocrazia tedesca e il KGB. Per passare all’Inghilterra, il
ministro degli Esteri è Robin Cook (naturalmente scrive prima delle
elezioni del giugno 2001 ndr), attivista del movimento che si batteva
per il disarmo unilaterale dell’Occidente, un movimento partito su
iniziativa, sussidiato e diretto da Mosca. Anche quando parliamo di
Clinton… sapete cosa faceva? All’epoca era un giovane attivista del
movimento contro al guerra del Vietnam, e organizzava a Londra, studente
ad Oxford, manifestazioni davanti all’ambasciata americana, arrivando
a bruciare la bandiera. Mosca era molto interessata a individui del
genere; sappiamo che Clinton venne invitato a Mosca per 3 settimane con
un gruppo di attivisti…Cosa abbia fatto non lo sappiamo… all’epoca
era un giovanotto qualunque, un insignificante studente e attivista di
sinistra, per cui non ne ho trovato traccia negli archivi da me
esaminati. Per trovare qualcosa, bisognerebbe frugare negli archivi del
KGB…”. Ecco perché definirli
dissidenti integrali, in quanto restii ad accettare il
duplice conformismo, euro-americano
ed ex-orientale. Bukovskij a chi crede che si tratti di
esagerazioni, risponde: “…nel
1991-’92 a Mosca parlando coi dirigenti russi ho fatto presente la
necessità di aprire tutti gli archivi, pubblicare i documenti,
istituire un tribunale internazionale per giudicare il comunismo, mi è
stato detto che i più tenaci oppositori del progetto erano i governi
occidentali.. il Dipartimento di Stato americano e il Ministero degli
esteri tedesco…” Articolo uscito su
Il
Corriere del Sud pagina 43 “Libri” |