Cos’è il “lavaggio del cervello”?

Possibile che personalità politiche ed intellettuali, ambienti ed organizzazioni di sinistra o comunque liberal, progressiste, si servano di concetti, definizioni, strumenti propagandistici inventati dalla CIA (il servizio di spionaggio statunitense) addirittura nei primi anni del decennio 1950, contro il comunismo maoista? Paradossi quasi incredibili della storia delle idee e delle ideologie che vengono a determinare concrete scelte politiche e documentano in maniera lampante il nefasto ruolo di certi “cattivi maestri” che realizzano quel “tradimento degli intellettuali” di cui scriveva Julien Benda negli Anni 1930.Mentre al Parlamento Europeo ci si scontra sulla definizione di “fondamentalismo” e si attaccano le religioni in quanto tali, con  “Il lavaggio del cervello: realtà o mito?” (Elledici www.elledici.org, Leumann Torino, 2002, pagine 152, 9.50) Massimo Introvigne riesce a chiarirci i tanti e complessi problemi aperti dai “paradossi” accennati all’inizio. Le cosiddette "sette", le religioni, l’estremismo politico usano il “brainwashing, il lavaggio del cervello” per reclutare e conservare fedeli? Oppure la metafora del lavaggio del cervello è utilizzata semplicemente in chiave polemica, per squalificare e discriminare dottrine religiose e politiche che qualcuno ha interesse a reputare impopolari in un dato momento storico? Queste domande sono al centro di vaste controversie sin dal 1950, quando l’accusa è rivolta per la prima volta da Edward Hunter, agente CIA sotto copertura giornalistica, alla Cina di Mao. Emergono in quegli anni 2 modelli diversi, uno di critica articolata al cosiddetto "totalismo" presentato dallo psichiatra Robert Jay Lifton e dallo psicologo Edgar Schein, uno che ritiene invece il "lavaggio del cervello" uno strumento misterioso e infallibile, attribuito dalla CIA ai comunisti russi e cinesi. Il secondo modello è applicato a quelle che diventano il nuovo “pericolo pubblico” nelle società secolarizzate moderne, le sedicenti "sette", scaturendo sia da antiche paure nei confronti dell’ipnotismo, sia da una preesistente critica psicologica della religione in genere e ispirando iniziative politiche e legislative "anti-sette" negli anni 1970 e 1980 negli Stati Uniti, quindi dagli anni 1990 in Europa. Introvigne, ricostruisce dettagliatamente la storia delle controversie, e formula alcune proposte per un possibile dialogo fra critici delle "sette" e studiosi accademici di nuovi movimenti religiosi, in maggioranza fortemente critici nei confronti delle ipotesi del lavaggio del cervello delle persone “cadute” nell’influenza di guru o comunque di capi carismatici. Per paradosso o per l’eterogenesi dei fini di cui argomentava Augusto Del Noce, in alcuni paesi europei (soprattutto Francia e Belgio, in misura minore Germania, Polonia e Russia) fautori di screditate teorie lanciate dalla CIA, sono esponenti delle Sinistre che tentano di imporre legislazioni repressive configurando dei veri reati d’opinione, violando quindi le libertà fondamentali.

Articolo uscito su Il Quotidiano della Calabria pagina 53 “Libri e Riviste”
Anno 8 n° 72 giovedì 14 marzo 2002 con lo stesso titolo