La cultura dei giovani di destra

 

Da un lato un forte richiamo cattolico-sociale, dall’altro alle radici prefasciste

 

Continua il nostro viaggio all’interno dei fermenti culturali “non di sinistra”. Una definizione ad excludendum che non piace ad uno dei nostri interlocutori come il giovane Marco Cribari, che sottolinea l’importanza della radice fascista nella cultura di destra. Proprio lui, insieme al neoeletto consigliere comunale Fabrizio Falvo, spiega i punti di vista di due giovani, dichiaratamente di destra, impegnati in politica. Un punto di vista interessante per vedere se la classe dirigente del futuro della CdL saprà interessarsi della questione culturale.

Per Fabrizio Falvo responsabile provinciale della Consulta etico religiosa di AN, se la Destra, intesa come partito, si discosta dai princìpi della Dottrina Sociale naturale e cristiana, perde di vista l’obiettivo primario che la deve configurare e rappresentare, quello di un’azione prevalentemente sociale e solidale, “All’interno dello schieramento di CentroDestra ciò che distingue l’agire concreto a livello popolare di AN rispetto ad altri, sia per la composizione sociale dell’elettorato che per princìpi e valori, è proprio questo pensiero forte, non certo limitato, nella sua offerta ed efficacia, a chi è cattolico. Mentre l’adattamento “postmoderno“ del pensiero di Destra lo rintracciamo oggi  in Tolkien, spesso sottovalutato e ridotto solo alla dimensione fantasy; invece la sua opera, legata al pensiero cattolico europeo e alla grande tradizione letteraria anglosassone medievale, può servire come punto di riferimento per una Destra comunitaria. Comunque abbiamo altri pensatori a cui rifarci, cito per brevità solo De Felice, Alianello, Prezzolini. D’altronde solo una sinistra faziosa si ostina a definire la Destra becera e rozza; al contrario specialmente per noi ragazzi degli anni 1970 - vissuti in clima di scontro, “nelle fogne” a cui ci costringeva un sedicente antifascismo (ma dialogavamo con chi non era settario) - la cultura è sempre stata importante. Auspico un forte confronto, da cui nasca un programma d’azione, fra le numerose associazioni cittadine e spero non perdano di vista la necessità di rapportarsi al territorio senza voli pindarici. Facciano capire che l’impegno per la cultura non sta solo a sinistra, diano contributi concreti alla politica (ne ha bisogno),  anche attraverso questo dibattito avviato meritoriamente dal Quotidiano, per consentire la rinascita culturale e conseguentemente anche sociale, di Cosenza e della Calabria”. Marco Cribari responsabile provinciale di Azione Giovani, offre un apporto dal taglio culturale ed ha spunti polemici sull’incontro di Firenze “Non si avrà mai a Destra un’area culturale dai contorni ben definiti fino a quando si continuerà a dissociare il Fascismo dai fermenti intellettuali  che ne hanno preceduto la nascita e caratterizzato in seguito la vita culturale. Non si può pensare di “recuperare” Pound, Hamsun, La Rochelle e Gentile, isolandoli dal contesto storico in cui hanno operato ed allo stesso modo non si possono “integrare” gli scritti prefascisti di Mann, Pareto, D’Annunzio, Oriani, Spengler, Van den Bruck, senza considerare che questo tipo di patrimonio letterario è servito solo ad alimentare fascismi e, senza questa suprema giustificazione, essi risultano vacui ed incomprensibili. Non è neppure possibile contestualizzare fenomeni artistici e letterari senza considerare minimamente come influirono politicamente sulla società. Così facendo si alimentano solo confusioni ed interpretazioni errate. Si può discutere compiutamente di Romanticismo di Destra senza considerare che vi fu un romanticismo giacobino, uno liberale ed un altro fascista? Ci si può, a cuor leggero, appropriare del Futurismo fingendo di ignorare che esso permeò le due rivoluzioni del XX secolo, fascista e bolscevica? Ma, soprattutto, si può giustificare un abbraccio tra le diverse culture di destra basato esclusivamente sulla comune radice anticomunista, omettendo di citare le coerenti esperienze di Malaparte, Spirito, Vittorini e dunque l’esistenza di una matrice nazionalpopolare (di destra o sinistra?) all’interno dell’arcipelago culturale della destra? Tra omissis (molti) e contraddizioni (troppe) dubito fortemente che a Firenze si sia discusso di tutto questo”.

 

Articolo uscito su IL QUOTIDIANO della Calabria pagina 16 “Cosenza”
Anno 8 n° 167 giovedì 20 giugno 2002
con lo stesso titolo