Tutti i problemi dell’Europa su Limes

 

La Recensione

 

Ma davvero in Francia solo Le Pen è ostile all’Europa? Non si direbbe, anzi, se invece di limitarsi a lamentazioni tanto superficiali quanto umorali, ci si prendesse la briga di studiare ed approfondire qual è la realtà vera dei sentimenti dei popoli europei, nonché dei governi e delle classi dirigenti, sia dei 15 dell’Unione che degli “aspiranti”, si avrebbero  parecchie “sorprese”. Ipocrisia, indifferenza, ignoranza e “provincialismo”, ristrettezza di vedute e interessi di corto respiro, pregiudiziali ideologiche, sono presenti dappertutto come documenta – come al solito con sperimentata competenza e completezza – la rivista Limes nel numero 1/2002 “Piccola Grande Europa”, dedicato al futuro del continente dopo l'arrivo dell'Euro e a come vedono l'Europa da Est e da Ovest. Due in particolare le analisi interessanti e quanto mai attuali: “La Francia prigioniera dei suoi fantasmi” di
Jean Quatremer e “Glossarietto analfabetico dell'eurolingua”  di Diego Marani.
 Nel primo, Quatremer “rivela”  innanzitutto che Parigi non riesce a capire Berlino e ricorda con nostalgia i tempi del Muro. L'ossessione di pensare l'Europa attraverso il filtro tedesco impedisce ai leader francesi di concepire un proprio progetto. Ciò secondo l’acuto osservatore francese, ha accomunato Chirac e Jospin, incapaci di “pensare in grande” come i loro predecessori Mitterand e Giscard d’Estaing. Entrambi “tipici uomini d’apparato” li definisce Quatremer, con scarsi interessi per “l’estero” (soprattutto Jospin) e, peggio ancora, la formazione ideologica comunista di tendenza trozkysta, rendeva lo sconfitto primo ministro socialista pregiudizialmente diffidente. L’equipe che lo circondava era a sua immagine, i consiglieri europei mediocri tanto quelli dell’Eliseo e il ministro per affari europei, Pierre Moscovici antitedesco e con poca simpatia per l’euro. In sostanza la protesta espressa al primo turno delle presidenziali, fra astensioni, bianche, nulle, voti all’estrema destra (Le Pen, Megret e Saint-Josse di “Caccia pesca natura tradizioni”) ed all’estrema sinistra (ben 3 liste comuniste trozkyste), è anche (non solo ovviamente) il risultato di una sedimentazione e un disagio ben più profondi e di una miopia generale di cui tutti i politici e le elite francesi  sono responsabili. Che d’altronde l’Europa  non offra un’immagine ed una “sostanza” per cui valga la pena di entusiasmarsi e Bruxelles e Strasburgo siano luoghi sideralmente distanti dalla vita vissuta dei cittadini europei lo evidenzia benissimo Diego Marani, grazie all’esperienza di traduttore, nel sarcastico, ma preoccupato, glossario del contorto, farisaico e ideologizzato, gergo dei potenti eurocrati, un'analisi semiseria dei termini correnti nel Palazzo, che servono più a nascondere che a spiegare…

 

Articolo uscito su IL QUOTIDIANO della Calabria pagina 6 “Primo Piano”
Anno 8 n°121
domenica 5 maggio 2002 con lo stesso titolo