Il mondo di Osama

L'analisi nel quaderno di Limes

Limes “brucia” i tempi dell’analisi col Quaderno Speciale Nel mondo di bin Laden

La vera posta in gioco? Controllare “Heartland”  il nucleo euroasiatico

È uscito ieri il Quaderno Speciale di Limes “Nel mondo di Bin Laden”, non a caso focalizzato sulla guerra in Afghanistan ma soprattutto sull'Asia centrale. E' il 2° dopo La guerra del terrore di fine settembre e un 3° a dicembre analizzerà  l’Islám. La rivista di geopolitica fondata e diretta da Lucio Caracciolo approfondisce in 192 pagine, in modo comprensibile al grande pubblico pur con un rigoroso approccio “scientifico”, le molte (se non tutte) complesse questioni aperte dal “cambio di epoca” causato dagli attentati dell’11 settembre e dalla transizione ad un mondo non più globalizzato ma “postglobal”. Tanti e tutti interessanti i contributi, soprattutto “La strategia occidentale e l'alternativa asiatica” di Sergio Trippodo, in cui un esperto indiano K Gill, muove critiche “Voi occidentali continuate a commettere l’errore di ragionare in base ai confini geografici” e fa controproposte circa la risposta all'aggressione terroristica, che non tiene sufficientemente conto della geopolitica del subcontinente indiano e dell'Asia centrale. Illuminante è “ La posta in gioco è il controllo dello Heartland” di Massimo Armellini che focalizza a ragione l’attenzione sulla lotta per il dominio sull'Afghanistan, crocevia strategico nel cuore del continente asiatico, sul ruolo pakistano e gli interessi per gli  oleodotti, l'impronta tribale delle guerriglie e riflette su cosa accadrà se gli Usa si installano in Asia centrale. Per il generale Carlo Jean in “Geopolitica e strategia della guerra contro il terrorismo”, lo scopo primario della risposta americana è la liquidazione di bin Laden e la strategia di GW Bush tiene conto dei condizionamenti geopolitici, nel corso del conflitto infatti gli obiettivi possono cambiare ma la chiave resta il Pakistan. Pina Cusano svela retroscena del controllo della produzione e del commercio di sostanze stupefacenti in “Dalla via della seta alle vie della droga” con l'Afghanistan epicentro dei traffici di oppio. Nel febbraio 1999 un libro anticipava le caratteristiche rivoluzionarie della nuova “guerra senza limiti” e metteva in guardia gli Usa contro il “terrorismo”, autori 2 colonnelli dell'Aeronautica cinese, Limes  pubblica una sintesi presentata da Fabio Mini. Ma c’è un altro attore – a parte la Cina – che sarà sempre più decisivo nel futuro mondiale: con “Il ritorno della Russia” Fabrizio Vielmini e “Una grande occasione per Mosca” Nadia Alexandrova Arbatova, valutano i rapporti con l’Occidente in rapida evoluzione dato che la Russia è ritornata al centro dello scacchiere internazionale; in prospettiva, si profila la graduale integrazione nel sistema di sicurezza euroatlantico. Restano incognite circa il futuro dell'Asia centrale e le reali intenzioni americane anche circa oleodotti gasdotti. E il contributo italiano? Francesco Cossiga e Fausto Bertinotti vengono interpellati sulle responsabilità per il nostro paese e ne emerge davvero un quadro di guerra e pace all'italiana… Molto più serio “Il nostro Afghanistan” di Massimo Nava sulla presenza della rete di bin Laden in Bosnia e Kosovo documentata dai servizi segreti ed esaltata dal leader di al-Qa'ida, inquietanti i rapporti coi bosniaci e l'Uck.

Articolo uscito su IL QUOTIDIANO della Calabria pagina 3 “Il fatto del giorno”
 Anno 7 n° 300 mercoledì 31 ottobre 2001
con lo stesso titolo