“No a un rimpasto che sostituisca i politici coi tecnici”

L’intervista. Il senatore di AN  Franco Bevilacqua, con diplomazia, 
boccia la giunta tecnica prospettata da Chiaravalloti

Orvieto - No a un rimpasto che sostituisca gli assessori politici con “tecnici neutrali”. Pur con la diplomazia e le cautele del caso, il senatore Franco Bevilacqua invia una richiesta chiara al presidente Chiaravalloti, affinché conceda fiducia ai suoi assessori, indicati dal Centro-Destra, pensi ai possibili rischi di tensione politica derivanti dall’intenzione di cambiare gli eletti con elementi esterni al Consiglio Regionale. Abbiamo incontrato il sen. Bevilacqua, vicepresidente Commissione Cultura di Palazzo Madama, ad Orvieto durante i lavori dell’associazione “Area” – luogo di elaborazione culturale della componente “Destra Sociale” di AN, guidata dal neoministro dell’Agricoltura, Gianni Alemanno e dal presidente della Regione Lazio, Francesco Storace - e gli abbiamo chiesto di fare il punto della situazione.

Cosa farete come componente di AN in Calabria? E come giudica l’operato della Giunta?

“Siamo impegnati per rilanciare il progetto di Destra sociale e siamo presenti in quasi tutta la regione, manca solo un riferimento in alcune zone ma se penso che lo scorso anno l’unico esponente di spicco  era l’assessore Dima, abbiamo fatto passi avanti (ad “Area” fanno riferimento il dirigente regionale del Dipartimento Lavoro Renato Caforio, il presidente dell’associazione a Cosenza Giuliano Gullo, il sindacalista Mario Via, Fabrizio Falvo ndr). Riguardo alla Giunta, certo abbiamo superato emergenze continue e di tutti i tipi (perché la nostra regione è famosa per i problemi socio-economici, strutturali ma anche di dialettica politica e personale);  adesso sembra si ponga il problema – avanzato dal presidente Chiaravalloti – di una giunta tecnica per affrontare queste benedette emergenze. Penso che, su questa strada, una forza popolare e importante del Centro-Destra come AN, non lo possa seguire. I calabresi hanno votato per una coalizione, per dei partiti, hanno fatto scelte politiche, magari andranno ponderate, dovremo confrontarci anche coi parlamentari, però temo sia un percorso difficile una giunta tutta o quasi tecnica. Mi auguro che il presidente – eletto col voto popolare – ci rifletta e riveda alcune sue teorie che rischiano di farci andare un po’ nella tempesta e di ritrovarci in una situazione di grande difficoltà superata appena ieri”.

Cos’è stato maggiormente approfondito nei lavori del convegno?

Innanzitutto come si sta ponendo AN al governo nazionale in rapporto alle strategie che aveva disegnato e proposto in campagna elettorale. Intanto portiamo a casa un buon rendiconto delle prime cose fatte; anche se nessuno pensa o si sogna che i problemi siano facilmente risolvibili. Abbiamo da affrontare grandi emergenze: lavoro, giustizia, scuola, soprattutto questa è una di quelle realtà che stanno per esplodere, nei confronti della complessità di tale questione dovremo porci in maniera seria e dopo aver mantenuto la prima promessa – il blocco della cosiddetta riforma Berlinguer – adesso ancor più importante è prepararne una nuova ed è quel che stiamo facendo. Perché non c’è dubbio che la scuola comunque vada riformata

Anche quella universitaria andrà ripensata, come chiedono docenti di tutte le aree culturali

Naturalmente, creerà seri problemi, non convince affatto la strategia del 3+2 e il proliferare di lauree brevi. Sarei piuttosto a favore di un 4 più uno, perché i 4 anni, come corso base per laurearsi, penso siano il minimo ed in Europa mi sembra sia così

E riguardo l’impostazione di struttura e  progetto come movimento politico?

“Chiediamo certo un congresso ma dobbiamo esser più organizzati a livello centrale e sul territorio perché stiamo avendo una crisi dato che gli esponenti più rappresentativi – di tutte le componenti – sono al governo centrale e regionale; dunque una strategia seria va studiata per il partito”

La componente sociale di AN vista la situazione calabrese – il cosiddetto Sud del Sud – metterà in cantiere iniziative per spronare all’azione i governi  regionale e nazionale?

Si,  è in programma un incontro di lavoro col ministro Alemanno e naturalmente l’assessore Dima, coinvolgendo i settori trainanti dell’agricoltura, le organizzazioni imprenditoriali e sindacali. Ritengo che, insieme al turismo, sia una scommessa da vincere quella dell’agricoltura. Non possiamo svendere più quella che è la nostra economia – che è prettamente agricola -  per gli  interessi di grandi aziende del Nord. Dovremo ripensare alle logiche di mercato di settore, senza metter in discussione le alleanze e le strategie complessive della Casa delle Libertà ma credo che la nostra funzione come Destra dichiaratamente popolare, in questo quadro politico, in questa fase storica, sia assolutamente determinante per far “vincere la Calabria””.

 

Articolo uscito su  Il Quotidiano della Calabria pagina 13  “24 ore in Calabria” 
Anno 7 n° 210 mercoledì 1 agosto 2001 
con lo stesso titolo