Parla il popolo di Seattle

Il bimestrale Limes dedica un numero alla globalizzazione

Indispensabile e pressoché unico “strumento” in quanto  facilmente accessibile in edicola e libreria, chiaro – nonostante l’apparente complessità del tema e l’approccio “scientifico” -   per giunta rigorosamente  bipartisan, se così si può dire, in quanto non solo presenta le differenti posizioni (idee ed ideologie) pro o contro il G8 e la globalizzazione in genere, ma fa scrivere in prima persona i protagonisti. “I popoli di Seattle”,  volume 3  del bimestrale  Limes rivista di geopolitica fondata e diretta da Lucio Caracciolo, fedele al suo titolo-marchio (nell’Impero Romano il  Limes separava i barbaroi dalla civiltà), si lancia così  ai confini di quest’oggetto alquanto misterioso che è la  globalizzazione. Un approfondimento – in 207 delle 228 pagine del volume -  che dapprima può sconcertare, appunto  per certe scelte apparentemente “estreme”  o eccentriche rispetto all’impostazione classica di Limes, più a suo agio con diplomatici, strateghi, manager, economisti, politici. E certo trovare come opinionista Beppe Grillo che parla del… pesto o Jovanotti che rifà il verso a sé stesso con  un’omelia buonista infarcita di stereotipi, può sorprendere negativamente. Ma, riflettendo, è più che utile mettere a confronto – scripta manent  per rimanere in tema di civiltà latina – ciò che pensano e vogliono gli antigiottini e i fautori ( o i gestori) della globalizzazione così com'è. Offrire una mappa del complesso mondo dei popoli di Seattle  e di chi è bollato come “nemico”; proprio questa descrizione degli attori in gioco e dei loro strumenti – oltre che dei presupposti culturali da cui partono – induce a considerare riuscito il proposito di Limes. Certo, poi si avvertono le differenze ed anche le capacità diseguali di autopresentarsi e rappresentarsi. Uno dei meno riusciti contributi – e lo dico con rammarico, da cristiano non meno che da recensore – è “I cattolici nel 'popolo' che cambia “di Riccardo Moro del “Comitato Ecclesiale per la riduzione del debito”; un’affastellamento, persino difficile da leggere, di melensi e stantii luoghi comuni senza alcun rapporto con la dura realtà quotidiana. Ben altro impatto – anche per la fluidità di scrittura -  hanno i contributi delle ali di “ultrasinistra” se è lecito usare questa terminologia.  Fra l’altro in alcuni articoli si  citano le esperienze calabresi  dell’area dei Centri Sociali e del cosiddetto “antagonismo” come il “Gramna” e il “Coordinamento sinistra verde e antagonista” anche se, curiosamente, fra gli strumenti mediatici copiosamente utilizzati dagli antigiottini, non c’è Radio Ciroma. Descritti chi sono e cosa vogliono gli oppositori al sistema globale e francamente, visto lo spazio e la tendenza generale sottesa, alquanto benevola nei loro confronti,  non si comprende perché  il manifesto” abbia criticato pregiudizialmente l’impianto della rivista.  O, forse, si comprende molto bene, visto che si accusa di “ingabbiare  il movimento nella “geopolitica” (evidentemente per questi epigoni del marxismo paludato se una cosa è stata ideologicamente condannata oltre mezzo secolo fa, è vietato qualsiasi contatto anche per l’eternità). Limes invece  si sforza di focalizzare anche le posizioni di chi ritiene che l’attuale modello di globalizzazione sia positiva o comunque essendo in atto, non possa essere facilmente modificata. E così accanto ai Grillo di cui sopra, il generale e stratega Carlo Jean chiedendosi se “Spezzeremo le reni alla globalizzazione?” ci fa comprendere  che la contestazione al G8 è animata da una buona dose di utopismo e  il senso della protesta sarà di prendere di mira soprattutto Bush e Berlusconi, esponenti della detestata America e 'servi delle multinazionali' e che il muro contro muro non funziona. Mentre Luigi Spinola documenta come le multinazionali, bersaglio preferito dei contestatori, hanno capito che il miglior modo per rispondere ai popoli di Seattle è di cooptarli in un dialogo spesso ambiguo. E con quest’interrogativo intrigante, Limes apre un’altra prospettiva di ricerca e documentazione da non sottovalutare.

Articolo uscito su IL QUOTIDIANO della Calabria pagina 4 “Primo piano” 
anno 7 n° 197  giovedì 19 LUGLIO 2001
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