Fuoco di domande per Rino Cammilleri

Sul suo giallo storico-religioso

Il razionalista e positivista per eccellenza della letteratura, Sherlock Holmes, che indaga sul “Mistero” con la M maiuscola e cioè, come chiosa l’autore, “Dio esiste? E se esiste è cattolico?”. Un incontro culturale controcorrente quello con Rino Cammilleri a Cosenza, che ha consentito di conoscere il giornalista e scrittore, autore fra l’altro della popolarissima rubrica “il santo del giorno” su Il Giornale,  e di scoprire cosa si nasconde nelle pagine del romanzo storico  Sherlock Holrnes e il misterioso caso dì Ippolito Nievo” (edito dalla San Paolo). Presso la Libreria Domus, - presentato e sottoposto alle serrate domande di Emilio Tarditi ed Enrica Marelli – Cammilleri (http://mysite.ciaoweb.it/cammilleri/libri-cam.htm), agrigentino “costretto” a trasferirsi a Milano per essere a stretto contatto conl’industria culturale, apologista cattolico sulla scia di Vittorio Messori, “politicamente non corretto”,  ha cercato di chiarire (ma senza svelare troppo della trama) perché ha scelto un intricato “giallo” storico ma anche religioso, riscoprendo per giunta la tradizione degli apocrifi dedicati al celebre personaggio di Conan Doyle. I cattolici hanno abbandonato – da Chesterton in poi con l’eccezione di Carlo Alianello e del suo “L’inghippo” negli anni 1970 -  il fortunato filone della letteratura di tale genere, si è lamentato Cammilleri, perciò ha voluto riscoprire questo prezioso strumento culturale che consente di soddisfare i lettori  con  trama avvincente e  colpi di scena e di presentare l’eterna lotta fra il bene ed il male, senza esser “buonisti”  e melensi. Rino Cammilleri, al secondo tentativo nella fiction di qualità, dopo aver scritto più di 20 volumi di saggistica ed agiografia (il suo “L’Inquisitore” primo romanzo sempre pubblicato dalla San Paolo, è riuscito nella non facile impresa di avere 4 traduzioni), ha architettato una detective story  in cui confluiscono tre distinti registri: poliziesco-avventuroso, parodistico-ironico-umoristico e quello, serissimo, della riflessione storico-filosofica, fra Risorgimento laicista e Chiesa militante. Holmes di fronte al Mistero, vacilla nei duelli intellettuali con don Bosco, scopre il lato oscuro di potere illimitato e senza scrupoli, di quella Massoneria a cui pur appartiene (come il suo creatore Conan Doyle d’altronde); l’indagine italica di Holmes, incaricato di scoprire i risvolti  della misteriosa morte di Ippolito Nievo, che custodiva la fornitissima cassa (milioni dell’epoca) della campagna dei Mille garibaldini, è proiettata, sia pure con anacronismi obbligati, su un orizzonte storico ricostruito alla perfezione. Ma è forse sul versante religioso che Cammilleri afferra un’intuizione radicata nel disagio esistenziale che traspaiono dall’opera stessa di Conan Doyle: Holmes è un inquieto, un agnostico mai pacificato, un razionalista insoddisfatto, che più o meno inconsciamente cerca una verità trascendente. Tutto ciò però non va affatto a detrimento dell’intreccio “giallo” del racconto: se i fan delle associazioni del detective di Baker Street  hanno accolto con interesse e curiosità il tentativo, apparentemente dissacrante,  di chi è comunque “uno dei loro” –Cammilleri è  accanito lettore di tutta l’opera holmesiana -  vuol dire che il siciliano e intransigente “kattolico”, così firma una rubrica, ha realizzato un mistery degno di esser letto.

  Articolo uscito su il Quotidiano della Calabria pagina 11 “Cosenza Giorno & Notte” 
anno 7 n° 166 lunedì 18 giugno 2001
con lo stesso titolo