Pregiudizi ridicoli su Alleanza Nazionale

"Alcune uscite di Fini su temi di costume come la recente e più clamorosa sul "maestro omosessuale [che] non può fare il maestro", lasciano intendere che la cultura sessuofobica, perbenista ed anche un poco autoritaria, continua a premere sul partito (AN ndr)...La resa politica sarebbe allora una resa culturale all'insegna del conformismo, inteso come adeguamento passivo al sistema di valori tradizionali ed all'abito culturale acritico dell'uomo della strada...". Su quale testata è stato scritto questo concentrato di luoghi comuni politically correct, di stereotipi progressisti? Si penserebbe a Repubblica, Messaggero, magari Stampa o Corriere della Sera, ai settimanali tipo Espresso, "Venerdì" e "Sette", "D" o "Io Donna", dato il tono, la scelta dell'aggettivazione ed il "peso" argomentativo. Niente di tutto questo purtroppo. Ma in un rispettato, eccellente e certo poco conformista, bimestrale di studi storici "nuova Storia Contemporanea", (1)diretto da un apprezzato e scrupoloso studioso quale il prof. Francesco Perfetti, e più generalmente nota come "la rivista degli eredi di Renzo De Felice". Dunque, sicuramente non di "Sinistra" in un senso molto generale e, naturalmente non certo schierata né partiticamente né politicamente ma con un taglio accademico tendente al fecondo rivisitare aspetti noti, ovvero a riscoprire risvolti ed accadimenti storici, appunto contemporanei. Riscuotendo anche un certo successo al di là di cerchie ristrette di specialisti (dato che è regolarmente in edicola in tutt'Italia), balzando all'attenzione più generale, in 3 anni di vita, per numerosi studi ed approfondimenti che, in certi casi, hanno addirittura suscitato interessanti querelle culturali spezzando il soffocante conformismo delle varie vulgate imposte dall'egemonia gramsciana ed azionista. Purtroppo, in questo particolare caso, sembra che lo scrupoloso ed anticonformista metodo del prof. De Felice sia stato accantonato perché ci si trova di fronte a ben 23 pagine - che si pretenderebbero di "analisi" sulla Destra partitica nella sua delicata trasformazione da Movimento Sociale Italiano-Destra Nazionale ad Alleanza Nazionale -, che partono (e si sviluppano) da tesi viziate da pregiudizi del tutto negativi ma, soprattutto, che ignorano tutto quel che non rientra nella "schemino ideologico" elucubrato a tavolino dall'autore. Sia chiaro, non si discute certo il diritto di chicchessia, compreso il prof. Chiarini, di essere ideologicamente contrario alla Destra - meglio sarebbe però parlare di "Destre" perché sul piano storico e politico-culturale ciò è più aderente alla realtà dei fatti -, e quindi di criticare anche aspramente scelte, identità, programmi, "ideologie", pratica parlamentare, proposte socio-economiche e politico-culturali, azione amministrativa locale. Tuttavia non si può surrettiziamente ammantare la propria idiosincrasia, appunto fortemente ideologica, assumendo un tono ed una postura da "alta corte" (marziale?...) che giudica inappellabilmente cosa dev'essere, cosa deve dire, fare, pensare, scrivere, la Destra per essere una "Destra" ben accetta. Ben accetta a chi? Ai suoi elettori reali e potenziali? Ai cittadini italiani che tendenzialmente sono orientati per svariate ragioni, princìpi e valori, magari interessi perché no, verso una posizione politica e partitica di Destra? No! Ad un ristretto numero di intellettuali variamente distribuiti nei mass-media che "pesano", magari votanti partiti diversi, però accomunati dal non essere certo di "Destra", nemmeno in senso minimo, genericamente liberal se non progressisti tout court. Chi scrive non è un iscritto ad AN né ha intenzione di "fare carriera" di partito ma come tanti - fra l'altro, potrò sbagliare, ma la maggior parte di chi scrive su Percorsi ed anche su Area e Charta Minuta, principali riviste culturali promosse da esponenti di AN, penso non abbia la tessera, né che gli venga chiesta (in certa misura anche sul Secolo d'Italia) -, apprezza il faticoso lavoro che alcuni politici (smentendo luoghi comuni riguardanti l'ignoranza o il non interesse per questioni culturali) di Destra e del Polo per le Libertà in genere, fanno per riempire di "contenuti" e per aumentare i "legami", di quel sinora poco coeso e spesso inesperto perché "anagraficamente giovane", fronte antiSinistre che è appunto il Polo di CentroDestra. Certo, il MSI-DN, AN ed il Polo non erano e non sono esenti da critiche anche "spietate" per manchevolezze, ritardi politico-culturali, frammentarietà, superficialità, "distrazioni" rispetto ai veri problemi dell'Italia e del suo popolo, tuttavia si può "ridurre" tutto a mancate abiure pubbliche del vetero-nostalgismo fascista o mussoliniano ed all'accettazione (questa sì passiva) di un non meglio chiarito "liberalismo" o di una cosiddetta liberaldemocrazia? Aveva davvero ragione Jean Madiran scrivendo nel 1977 che " ...È "di destra" quel che la sinistra designa o denunzia come tale (...). La sinistra si denomina da se stessa e la destra è nominata dalla sinistra(...). La sinistra ributta a destra chi vuole, come lo vuole, secondo l'occasione o l'interesse tattico..."(2). Fra l'altro il prof. Chiarini non cita uno dei promotori e maggiori fautori dall'esterno della trasformazione da MSI ad AN ("inventore" anche della denominazione Alleanza Nazionale) il prof. Domenico Fisichella, acclarato accademico, studioso di questioni istituzionali, non certo ( anche per fedeltà alle tradizioni paterne) qualificabile come "vetero-nostalgico neofascista", che ha esercitato un ruolo rilevante nel favorire "l'alleanza" fra le differenti tendenze di Destra presenti storicamente in Italia e non solo -- quelle liberalnazionali e conservatrici, quella cattolica che si può definire in tanti modi, intransigente, conservatrice, reazionaria, civica, quella socialnazionale --, che, grazie ed a causa delle conseguenze italiane della "caduta del Muro di Berlino" si sono liberate dalla gabbia della DC e dei partiti di centro, imposta comunque dalla situazione internazionale, dall'egemonia socio-culturale comunista e sì, naturalmente anche dalle carenze delle forze di Destra partitica (Uomo Qualunque, monarchici, MSI). Il testo (e le questioni che apre) meriterebbe comunque un approfondimento impossibile per ragioni di spazio ma alcune "perle" del prof. Chiarini vanno ancora segnalate. In Europa le forze "di Destra" o che "stanno a Destra" per caso si denominano e si definiscono "liberaldemocratiche"? Non pare se si guarda a Gran Bretagna, Francia, Spagna, Irlanda, né al Parlamento di Strasburgo dove i "liberaldemocratici" si posizionano al centrosinistra e ne fanno parte elementi come "I Democratici" italiani di Prodi, Rutelli e compagnia e gli inglesi che sono persino più "a sinistra" di Blair e del New Labour. La citazione iniziale ed altre dello stesso tenore, rimandano ad un livellamento anche della Destra a posizioni liberal e radical anche, se non soprattutto, nelle moral issues, nei princìpi e valori, per cui accanto all'ideologia del "liberalismo" (confuso con l'economia di mercato e la proprietà privata), si dovrebbero adottare posizioni "progressiste" (in realtà davvero regressiste) su aborto, fecondazione artificiale, privilegi delle potenti e ricche lobby omosessuali, famiglia ed altro; realizzando così non una "Destra" ancorata nelle tradizioni europee e nell'identità bimillenaria anche religiosa dei popoli, bensì una "ala destra della Sinistra". Il che, francamente è un po' troppo. Degna di miglior causa l'insistenza sul presunto "pericolo" che AN assuma posizioni antiimmigrati non chiarendo fra "regolari" e "clandestini" e prendendo per generali, isolate posizioni magari legate a circoscritte situazioni locali (ma quando mai AN, e persino il MSI, ha avuto in programmi e statuti proponimenti xenofobi?). Il prof. Chiarini riesce anche a criticare en passant De Felice (pag. 94 " ...La memoria relativizzante (...)l'acquisizione storiografica - a lungo contestata - del "consenso" goduto dal regime per lo meno dopo la conquista dell'Impero...") ed a far diventare il povero Joseph de Maistre straniero (pag. 95). Evidentemente anche il Regno di Sardegna va "espulso" dalla storia nazionale almeno sino al 1848 perché ricettacolo di biechi cattolici contro-rivoluzionari.

Note:

1) "La lunga marcia della destra italiana. L'integrazione passiva di Alleanza Nazionale", Roberto Chiarini, "nuova Storia Contemporanea" n° 5/99, anno 3°, settembre-ottobre 1999, pagg. 79-102 sezione "Passato Presente", pagina 102(ibidem per le citazioni successive senza diversa indicazione ndr). 2) Jean Madiran "La Destra e la Sinistra", pagg. 5-6, Giovanni Volpe Editore, Roma.

Articolo apparso su Percorsi n° 25 anno IV gennaio 2000