Turismo coi "briganti"
Domani riapre per la
terza stagione il Parco della Grancìa con le
Come unire rispetto per la natura e per la storia, sviluppo economico e recupero dell’indispensabile dimensione sociale della vita, indirizzandosi ad un turismo di qualità grazie anche ad una rappresentazione in stile “kolossal” e per di più offrendo una lettura storica non conformista. Tutto questo a Brindisi di Montagna, a pochi chilometri da Potenza, nel cuore della Basilicata, dove per la tenacia di un gruppo di giovani coordinati da Giampiero Perri presidente del Comitato tecnico-scientifico del Parco e autore del cinespettacolo, si è ormai affermata un’iniziativa su circa 50 ettari della “Foresta della Grancìa” attrezzandoli per il 1° parco a tema, di montagna, storico-rurale d’Italia. Iniziato grazie all’aiuto della Comunità Europea ma con una forte partecipazione privata che insieme con quella pubblica, ha reso possibile generare un’area tematica dove la gente può vedere spettacoli di falconeria, mangiare prodotti tipici, assistere a concerti, attrazioni che culminano la sera con la rappresentazione del “cinespettacolo” dedicato alla “Storia bandita”: oltre un secolo di vita vissuta del popolo rurale meridionale dal 1700, in particolare dall’epopea dell’Insorgenza Sanfedista del 1799, alla grande emigrazione di fine ‘800, focalizzato sulla figura emblematica di Carmine Donatelli detto “il generale Crocco” che diede filo da torcere dopo il 1860 agli occupanti piemontesi del Regno delle Due Sicilie, risultando uno dei più abili (e spietati certo) “briganti”. I visitatori, accolti dalla figura tradizionale del munaciello che, presso tutte le genti del Sud, simboleggia gli spiritelli delle credenze della civiltà contadina, trovano manufatti antichi ed imponenti - il Castello Fittipaldi e il Monastero della Rettoria di S. Demetrio del 1500 in ristrutturazione – ed un anfiteatro per 3000 persone da cui assistere, in un arco visuale a 180°, ad una forma spettacolare (unica in Italia e paragonabile al “cinescenique” della Vandea francese) che lega linguaggi tipici del teatro, del cinema, del musical, e grazie a tecnologie molto avanzate – le immagini sono proiettate su schermi d’acqua, diapositive sulla montagna, effetti di luce molto particolari, genera un grande affresco storico. Uno spettacolo che produce indubbie emozioni soprattutto se si coglie lo spirito e la valenza dell’operazione. Ben 500 persone si alternano quadri scenici - che seguono il filo tracciato dalla storia di un villaggio, di famiglie dei contadini, dei “cafoni” lucani. La direzione artistica è di Jean-François Touillaud, la regia di Victor Rambaldi, il costumista-scenografo Gerardo Viaggiano, la coreografa Carmelina Iannielli, con le voci importanti di Michele Placido (Crocco), Paolo Ferrari (Zio Martino), Orso Maria Guerrini (il volontario spagnolo José Borjes, cattolico carlista), anche canzoni di Dalla e Venditti, ma con l’aspetto interessante che sono tutti volontari ed in gran parte dilettanti. Un’operazione che guarda al futuro perché raccontare questa storia significa semplicemente non vergognarsi della propria memoria, comprenderne le ragioni e porle in maniera moderna, spettacolare, quel che interessa è che la gente conosca il Sud in chiave nuova, ne sia attratta, recuperi la bellezza del paesaggio, il gusto dei prodotti agroalimentari, dell’artigianato, e, nell’identità e nella tradizione, un’economia moderna intrecciata alla divulgazione culturale. Infatti il Parco ha promosso la stampa dei volumi “Insorgenti e sanfedisti: dalla parte del popolo Storia e ragioni delle Insorgenze anti-napoleoniche in Italia”, e “Perché “briganti”. La guerriglia legittimista e il brigantaggio nel Mezzogiorno d’italia dopo l’Unità (1860-1870)”, curati da Francesco Pappalardo e Oscar Sanguinetti dell’ISIIN, l’Istituto Storico dell’Insorgenza e per l’Identità Nazionale, editi da Tekna. Un impegno sinora premiato dal successo delle due passate edizioni con oltre 80 mila visitatori.
Articolo uscito su IL QUOTIDIANO della
Calabria Inserto
Estate Pagine
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