Un questionario per i candidati

Verso il voto. La Confedilizia chiede impegni precisi per il settore economico più importante della Regione

Anche in Calabria la Confedilizia, l’autorevole organismo rappresentativo dei proprietari di immobili, ha predisposto un questionario con delle proposte di intervento  legislativo e fiscale, che viene presentato in questi giorni a tutti i candidati alle elezioni. Al presidente regionale Antonio D’Ettoris abbiamo chiesto i punti del programma proposto ai futuri parlamentari calabresi.

“Abbiamo redatto un articolato programma  per consentire agli esponenti politici, che si candidano a rappresentare la Calabria nelle Istituzioni nazionali, di sostenere e agevolare lo sviluppo di quello che è forse il settore socio-economico più importante della nostra regione. La Confedilizia si batte per l’introduzione nel nostro ordinamento tributario di un’unica imposta sugli immobili, reddituale e comunale. Oggi la casa sconta una pressione fiscale addirittura più alta del settore industriale e finanziario. Infatti, il carico fiscale negli ultimi 10 anni è aumentato del 100% sulle seconde case, mentre sulla prima, dal 1980 al 1998, lo è stato addirittura di oltre il 1000%. A tali condizioni l’investimento immobiliare non risulta più conveniente e il comparto edilizio, volano dell’economia nazionale, rischia di non essere rilanciato. Un’imposta unica sulla casa avrebbe diversi vantaggi. I proprietari di immobili si troverebbero di fronte ad un unico tributo, con pochissime scadenze da rispettare, contro le decine di incombenze oggi necessarie. Si eviterebbero forme di duplicazione d’imposta su uno stesso cespite, garantendosi una tassazione unitaria e, quindi più equa, del bene immobile. Il gettito proveniente dall’imposizione immobiliare sarebbe facilmente tenuto sotto controllo. Una più razionale e trasparente tassazione degli immobili non potrebbe che portare benefici effetti al mercato immobiliare. Si garantirebbe migliore accesso alla proprietà sia da parte di cittadini intenzionati all’acquisto della propria casa di abitazione, sia da parte degli investitori in edilizia ( le proposte sono disponibili anche sul nostro sito internet http://www.godel.it/confediliziakr )”.

Oltre a questi interventi, di natura fiscale e tributaria, come Confedilizia ne proponete anche alcuni di carattere legislativo?

“Si, ad esempio la Regione Lazio ha approvato una legge sulla bonifica – riscontrata favorevolmente dal Governo – in cui si prevede: “I proprietari degli immobili ricadenti in zone urbane, facenti parte dei comprensori di bonifica e soggetti all’obbligo di versamento della tariffa dovuta per il servizio di pubblica fognatura, ai sensi dell’art. 14 della legge 5 gennaio 1994, n. 36, sono esentati dal pagamento del contributo di bonifica, riferito al servizio di raccolta, collettamento ed allontanamento delle acque meteoriche”. Chiediamo ai politici di essere favorevoli all’introduzione di una disposizione del genere nell’ordinamento giuridico statuale. Inoltre secondo la Cassazione, la competenza a giudicare circa la debenza o meno dei contributi di bonifica in relazione ai singoli immobili (a seconda, quindi, che traggano o meno beneficio da un’opera di bonifica) è del Tribunale, anche per contributi di minimo importo. Poiché ciò si risolve – pressoché nella generalità dei casi – in una denegata giustizia, chiediamo la promulgazione di una procedura favorevole ad attribuire la competenza a giudicare in materi,a secondo gli ordinari criteri per valore della controversia,  quindi anche ai Giudici di Pace”.

Presidente D’Ettoris, la Confedilizia però chiede anche  di rivedere l’esame di leggi lasciate in sospeso e, soprattutto, di modificare disposizioni  ancorate a sorpassati concetti burocratici.

“Il disegno di legge n. 4339-bis, di cui il Senato aveva iniziato l’esame, prevedeva l’obbligatoria introduzione del fascicolo del fabbricato per tutti gli immobili con più di 2 piani fuori terra. La Confedilizia ritiene invece che debbano essere gli enti locali ad individuare i singoli immobili che presentino oggettive condizioni di necessità di controlli. I docenti di scienza delle costruzioni insegnano che per effettuare unaverifica sulla sicureza di un edificio non ci si può limitare ad una fugace visita di un tecnico che rilascerà la richiesta certificazione sulla base della documentazione fornitagli. E’ invece necessario eseguire prove fisiche, opportune analisi geologiche ed esami sul livello delle falde acquifere. Tutto ciò se si vogliono svolgere accertamenti seri da parte di professionisti all’uopo adeguatamente formati e non semplicemente in grado di dimostrare di essere iscritti al rispettivo albo professionale da più di 10 anni. Piuttosto che continuare sulla strada dell’accumulo di carte che non servono a niente se non a riempire cassetti, è necessario creare una cultura della sicurezza puntando sulla prevenzione e su strumenti innovativi (ad esempio le certificazioni di qualità) come si fa in tutti gli altri paesi el mondo a partire da Francia (dove non esiste un analogo fascicolo del fabbricato) e Regno Unito. Non si può riproporre la vecchia filosofia del divieto, condizionando il rilascio delle autorizzazioni comunali e il mercato immobiliare all’assolvimento di un obbligo formale”.

 

Articolo uscito su Il Domani della Calabria
pagina 3 “Calabria” anno 4 n° 90 martedì 17 aprile 2001