Cuba, si batte per i diritti umani: torturato

La dittatura castrista ha "festeggiato" secondo il classico stile bolscevico, il 3° anniversario della storica visita a Cuba del Pontefice: infatti proprio nei giorni scorsi, Oscar Elías Biscet, medico, presidente della Lawton Foundation for Human Rights, notissimo nell'isola quale difensore del diritto alla vita, oltre ad essere rinchiuso in prigione, è stato selvaggiamente torturato dai carcerieri comunisti. Lo denunciano, con un appello internazionale, il cui primo destinatario è il cardinale Bernard Law (direttore della Commissione Pro-Vita della Conferenza dei Vescovi Cattolici nordamericani) Sergio F. de Paz ed Enrique J. Cantón della Comisión de Estudios por la Libertad de Cuba, aderente all'organismo degli esuli negli Stati Uniti "Cubanos Desterrados". La vicenda del dottor Biscet (ripresa anche dal SIR un'agenzia stampa cattolica italiana) è emblematica da molti punti di vista per smascherare la tragica realtà della repressione diffusa nel sedicente "paradiso" del socialismo caraibico. Il prigioniero di coscienza -come è stato definito da Amnesty International - è un medico molto popolare per la sua costante azione in difesa delle donne e dell'infanzia; per aver denunziato le condizioni inumane provocate dall'applicazione di tecniche abortive di massa negli ospedali materno-infantili, viene espulso dal servizio statale sanitario e gli viene persino proibito di esercitare privatamente la professione, nel febbraio 1998, pochi giorni dopo la partenza di Giovanni Paolo II dall'isola. Una plateale sconfessione delle richieste di Papa Woityla (e delle promesse del dittatore Castro) di apertura politica e sociale a Cuba. Il dr. Biscet, già detenuto arbitrariamente ben 26 volte, è stato incarcerato di nuovo nel novembre 1999 e condannato a 3 anni per "attività controrivoluzionaria" e rinchiuso nella prigione di massima sicurezza "Cuba Sì" nella provincia di Holguin. Mons. Eduardo Boza Masvidal, ex vescovo ausiliare all'Havana, esiliato dalla dittatura ed attualmente a Caracas, ha denunziato che "Su 10 potenziali nascite, ben 6 vengono abortite. Si tratta della più alta percentuale dell'emisfero occidentale e probabilmente del mondo". In una fase in cui - denunziano con abbondanza di documentazione i Cubanos Desterrados - la persecuzione religiosa e politica aumenta a livelli altissimi nella cosiddetta "democrazia popolare" tanto esaltata dai progressisti nostrani (e il dramma di Biscet acquista maggior risalto perchè domenica la Chiesa Cattolica festeggia la Giornata per la Vita), è cruciale per la salvaguardia non solo di un singolo prigioniero di coscienza ma anche per la tutela delle libertà di tutti i cubani, una mobilitazione internazionale. Le indicazioni per l'adesione all'appello possono ricavarsi collegandosi al sito internet degli esuli www.cubdest.org, (fra l'altro a Cuba il regime vieta il libero utilizzo della rete, naturalmente in nome della "libertà")

 

Articolo uscito con lo stesso titolo su Secolo d'Italia pagina 8 "Esteri"

anno L n° 27 GIOVEDI 1° FEBBRAIO 2001