Il caso Eliàn e la cattiva coscienza della Sinistra

Perché è scoppiato il "caso Elián González"? Ancora una volta, quando sono in discussione l'operato, gli interessi (e l'immagine) di qualcuno che è "di Sinistra" scattano - a livello internazionale -operazioni complesse e sofisticate, tendenti a giustificare, a distinguere, in sostanza ad approvare le posizioni reputate "progressiste".

Se poi si tratta del "cocco" dei salotti altoborghesi radical chic , Fidél Castro Rùz, allora si perde il senso della misura e si mobilita un'autentica "orchestra rossa" degna delle campagne filosovietiche dei decenni 1950-'70. Poco importa che Cuba sia un'isola-carcere, non solo per le migliaia di presos politicos, bensì in pratica per tutti i circa 11 milioni di cubani che non hanno la minima libertà di muoversi senza "chiedere il permesso" ai miliziani castristi.

Poco importa che sia un residuo del comunismo dittatoriale, fallimentare in tutti i suoi aspetti anche e soprattutto economici e sociali. Occidentali generalmente più che benestanti, che non resisterebbero neppure mezza giornata alla dura vita che fanno i cubani (tutto è razionato, persino l'indispensabile per l'igiene personale), in uno scenario che ricorda perfettamente alcune pagine di "1984" - quelle in cui George Orwell descrive la giornata del protagonista Winston Smith alle prese con la penuria di acqua, sapone e lamette da barba -, esaltano senza vergogna la tragica situazione interna, direttamente causata dai disastri dell'incompetenza di castro e dei suoi. Prontissimi a stigmatizzare - lo hanno fatto fra gli altri Garcìa márquez, Salman Rushdie, gran parte dei potenti mass-media statunitensi come la CNN, Minzolini su La stampa e non parliamo di Liberazione e il manifesto - intemperanze e insofferenze dei profughi cubani rifugiatisi in maggioranza in Florida (quasi un milione), in generale e nella vicenda del piccolo Elián in particolare.

Certo, è difficile non pensare ai "diritti naturali primari" di un padre rispetto alla custodia di un figlio ma si vuol forse cancellare il perché un povero bambino si trova in quella situazione? Come migliaia di cubani è diventato un balsero, un fuggitivo su imbarcazioni di fortuna, al seguito della madre (separata da tempo dal padre, particolare non irrilevante) che non era certo ricca - non faceva parte della nomenklatura di regime piena di privilegi sconosicuti ai normali cittadini - anzi, tentava la pericolosa via dell'esilio proprio per le precarie condizioni di esistenza.

Fra l'altro, come ha documentato il 4 aprile scorso El Nuevo Herald autorevole giornale cubano-americano, da ottobre 1998 a settembre 1999, ben 2254 cubani hanno raggiunto le coste della Florida, con un incremento notevole rispetto ai 615 del periodo perecedente, secondo i dati della Coast Guard. Indice sicuro delle perenni difficoltà della dittatura castrista. A che serve allora criticare le origini sociali dei profughi? O come vivono a Miami? Denigrati ora perché in massima parte di bassa estrazione (prima invece gli stessi intellettuali e giornalisti li attaccavano perché erano "latifondisti"), ignoranti, volgari, magari con qualche rapporto con la manovalanza delle gang. Trattati in sostanza con disprezzo tipicamente "progressista" per la "plebe" superstiziosa che non capisce la "fortuna" di ritrovarsi con un regime socialista.

Ma la realtà è ben diversa: negli ultimi mesi a Cuba numerosi dissidenti sono stati arrestati, spesso torturati e condannati, fra cui uno Oscar Biscet, attaccato da Castro in persona quale "Fautore di disordini controrivoluzionari" e prontamente condannato dal "Tribunale" a 3 anni, perché aveva ... issato la bandiera alla rovescia! Mentre anche le ... processioni del venerdì santo debbono avere l'autorizzazione speciale dello Stato e si svolgeranno solo a l'Avana, Camaguey e Cienfuegos. Oltre alla ferrea censura su tutti i mezzi di comunicazione , la penuria di mezzi impedirebbe di stampare libri e riviste (è un altro modo per impedire ai non conformisti di diffondere le loro idee) ma poi "magicamente" si annunzia una tiratura di 3 milioni di copie per un libello sul caso Elián. E come mai Gregory Craig, uno dei legali personali del presidente Clinton, rappresenta gli interessi del padre di Elián e quindi indirettamente di Castro?

 

Articolo apparso su IL SECOLO D'ITALIA 20 aprile 2000