Aquila  informA

Anno  VII  numero speciale Luglio-Agosto-Settembre 2002

 

Sommario: 1) cos’è Alleanza Cattolica; 2) resoconto del ritiro regionale del 14/9;

3) un utile intervento di M. Introvigne al Meeting di Rimini su L’apologetica cattolica in un contesto multireligioso.

 

Alleanza Cattolica è un organismo civico-culturale di laici cattolici - indipendente da ogni partito - che si propone la propagazione positiva e apologetica, quindi anche polemica, e la realizzazione della Dottrina Sociale della Chiesa, applicazione della perenne morale naturale e cristiana alle mutevoli circostanze storiche. Mira alla promozione e alla costruzione di una società "a misura di uomo e secondo il piano di Dio" (Papa Giovanni Paolo II), suo motto è: Per la maggior gloria di Dio, anche sociale! Svolge dunque un’azione di apostolato culturale e civile, che si situa nell’ambito delle "opere di misericordia spirituale". Nella formazione dei membri dell’associazione hanno fondamentale importanza i mezzi spirituali, fra i quali vengono privilegiati il rosario, l’adorazione eucaristica, il pellegrinaggio e gli esercizi spirituali secondo il metodo di sant’Ignazio di Loyola. La formazione comprende lo studio dei documenti del Magistero della Chiesa in tema sociale, così come l’analisi e l’interpretazione del moderno processo rivoluzionario di secolarizzazione, di allontanamento cioè delle società da Dio e dalla sua legge. La sua azione si situa nel campo dell’instaurazione cristiana dell’ordine temporale; è mossa dalla carità politica, cioè dall’amore per il bene comune; di una civiltà che possa dirsi a buon diritto cristiana, in quanto rispettosa dei diritti divini e consapevolmente vivente all’interno delle frontiere poste dalla dottrina e dalla morale della Chiesa. La speranza della storica instaurazione di una tale civiltà è sostenuta dalla promessa della Madonna a Fatima: "Infine, il mio Cuore Immacolato trionferà". Svolge un'opera di formazione culturale e civile. Prepara operai della restaurazione sociale, veri amici del popolo, attraverso lo studio della relativa dottrina cattolica, così come è veicolata dal Magistero tradizionale o costante della Chiesa e così come si può ricavare dalle sue incarnazioni storiche, cioè dalle tradizioni delle singole nazioni cattoliche e della loro famiglia o Cristianità. Particolare attenzione è riservata alle forze che mirano all’instaurazione dell’antidecalogo e della menzogna dottrinale e morale, con specifico riferimento al processo storico che va dalla crisi rinascimentale e protestantica al socialcomunismo e oltre, cioè alla Rivoluzione (categoria storica) che si vuol intronizzare al posto di Dio e della sua legge. Organizza convegni, seminari, conferenze, riunioni e corsi di formazione per singoli e per gruppi, ovunque vi siano persone disposte ad ascoltare, sia su temi di carattere generale - cioè, soprattutto, su tesi della cultura politica naturale e cristiana - che su fatti storici o di cronaca, letti e giudicati alla luce della perenne morale sociale. Organo ufficiale è la rivista Cristianità. Promuove la diffusione di opuscoli e di libri, alcuni dei quali pubblicati dall’omonima cooperativa editrice. Militanti dell’associazione sono all’origine - con altri - del CESNUR, il Centro Studi sulle Nuove Religioni, dell’IDIS, l’Istituto per la Dottrina e l’Informazione Sociale, e dell’ISIIN, l’Istituto per la Storia delle Insorgenze e dell’Identità Nazionale.

 

Sabato 14 settembre 2002 A.D. festa dell’esaltazione della Croce, si è svolto  il ritiro per l’inizio dell’anno associativo, presso la chiesa di s. Giovanni Battista, a S. Eufemia (Lametia Terme CZ)

Dopo la recita del s. Rosario, il responsabile regionale Elia Sgromo ha tenuto una riflessione spirituale svolgendo una meditazione di un passo di don Pollien sulla vita contemplativa, tratto da “Itinerario di contemplazione. Antologia di autori certosini” (don Pollien, sepolto nella Certosa di Serra San Bruno, è fra l’altro autore di “Cristianesimo vissuto”). Approfondimento del Valore apostolico della vita contemplativa, importanza del “Ministero” dell’Unione divina. Lo scopo consiste nel tenersi a contatto con Dio. La Chiesa “terrena” possiede il “ministero” della contemplazione e dell’azione. Oggi si apprezza soprattutto l’azione, non basta però alla vita cristiana, che dev’essere unione del divino e dell’umano. Nei tempi moderni dato che è necessario difendere metro per metro le posizioni, si tende a considerare solo l’azione. Gesù non ha detto agli apostoli di affrettarsi, ha detto di pregare affinché arrivino numerosi gli “operai”, due cose egualmente necessarie: preghiera e operai, la prima precede l’arrivo dei secondi. Gli antichi ordini compiendo le loro opere di preghiera e penitenza hanno sostenuto il resto dell’umanità. La storia non si cancella, rammentare la parola del Salvatore “i demoni non si scacciano se non con preghiera e digiuno”. Da “La Pianta di Dio” : chi fa la vita contemplativa? Numerosi quelli che praticano un’orazione vitale, ogni cristiano può arrivare ad esser contemplativo, anche per vie comunissime, Considerazioni sulla vocazione: che vogliamo fare da grandi? Andare in Paradiso, ci si arriva per diverse strade. In una certa prospettiva Dio si è incarnato in ogni uomo, fare la volontà specifica, corrispondere alla propria vocazione. Ci è utile il beato Escrivà de Balaguer: “santificazione nell’ordinarietà”, fare il quotidiano, non cose strane. Capire qual è il progetto divino. Sotto lo sguardo di Dio, vivere in questa prospettiva, ognuno è vocato. Cit. del logoterapistaViktor Frankl: “ogni uomo ha un significato”. Tutti chiamati a diventar santi. Verificare, confrontarsi, realizzare. Il fine non è il gruppo, l’Associazione, ma un altro, più alto. Cit del card. Saldarini: Le necessità del prossimo ci suggeriscono per cosa siamo stati messi al mondo. Ciò vuol dire che per la Chiesa nasce una “nuova” realtà, un’opera ecclesiale ovvero sociale, quando si verifica un’esigenza. Es. Cavalieri di Malta che “ringraziano” i malati.  Separazione fra Fede e vita “dramma del nostro tempo” (Pio XII e Paolo VI). Alleanza Cattolica svolge opere di misericordia culturale (definizioni metaforiche: “corporazione predicatori verità sociale”, opera di volontariato culturale, promozione cultura cattolica nella società). Il “quadro” in cui ci inseriamo, icona di s. Giorgio e il drago: metafora della Storia e della storia. La nostra tensione è di esser simili a s. Giorgio che lotta. Parallelismo del substrato di Rivoluzione e  Controrivoluzione (il testo di formazione associativo), l’idra di Lerna, la Rivoluzione ha tante teste. Il drago, la Rivoluzione anche solo muovendosi, “fa” sovversione. Rivoluzione intesa come categoria storica, processo di incarnazione del non serviam di Lucifero. 24 marzo 2002 Giovanni Paolo II (rintracciabile nelle subdirectory di Totus Tuus e anche nell’archivio di Cristianità), descrive il processo: “Purtroppo alla metà dello scorso millennio ha avuto inizio, e dal 1700 si è sviluppato particolarmente, un processo di secolarizzazione che ha preteso di escludere Dio e il Cristianesimo dalla vita sociale”. è la nostra chiave interpretativa, quella del Cattolicesimo di scuola controrivoluzionaria. Aspetti vessillari che servono a schematizzare. Ora, a che punto del processo ci troviamo? Fine epocale della “tendenza dominante” della III Rivoluzione (fase socialcomunistica), esplosione della IV (“sessantottismo”, nichilismo di massa), situazione sociologica di post-modernità. Ambiguità della situazione: non tutto è vero non tutto è falso. Dalla palude si esce utilizzando i residui, i ruderi che abbiamo a disposizione, non altro “virtuale”. Cit. di Gonzague de Reynold ed Arnold Toynbee: “viviamo in situazione di interregno, epoca di transizione”. Che fare? Discernimento storico e culturale. Logica di san Paolo, provar tutto e tener solo ciò che è buono. Nessuna schifiltosità, sintonizzarsi con le generazioni attuali. Al mulino ci si deve andare, ci si infarina, ma è necessario. Non più restaurare ma instaurare. Far esistere qualcosa di nuovo. Prospettiva del seminatore. Cit. di Giovanni Paolo II, gli uomini d’oggi sono “orfani con genitori viventi”, di Nicolás Goméz Dávila:schiavi dentro, senza padroni che li costringono”. Con quest’umanità dobbiamo dialogare. Viviamo in condizioni storiche determinate da altri. Coi libertari possiamo parlare di libertà. Essere nella storia, realismo, confronto con la realtà. Metafora del Palantir ne Il Signore degli Anelli. Crucialità delle “tendenze” per come esplicitate nel pensiero del prof. Plinio Correa de Oliveira:  tutto è cultura, permeare di Cristianesimo gli ambienti, il vestire, il comportarsi.

Situazione Chiesa: mentalità continuamente costruita, in uno sforzo perpetuo ma sempre in direzione anticristiana, es. the Magdalen sister e molto altro (Amen, L’ora di religione). Sono i film che “fanno” la storia, ciò che resta nella massa è l’immagine, non la parola scritta, l’immaginario collettivo viene formato e obnubilato dal diluvio di “icone” veicolato dai mass media. Quindi importanza basilare  della cultura popolare (musica, cinema, fumetti, arte, architettura, pubblicità, tv).

Geopolitica: Europa, Nord e Sud America, Oceania; le radici della civiltà oggi in queste zone sono tutti residui ma comunque vanno sostenuti. “Sangue del nostro sangue però secolarizzato”. Islām: nel fascicoletto Controrivoluzione (in distribuzione a cura della croce calabrese) articoli di della Loggia e Kepel, (inoltre è disponibile sul sito del Cesnur un’interessante intervista a Samuel Huntington).

Politica interna: di significativo le problematiche del lavoro e dell’immigrazione. Rilevanti le interviste al sottosegretario Mantovano ed all’on. D’Alema (da Il Corriere della Sera ed ora in Controrivoluzione).

Situazione associativa: ambiti di libertà, spazi per incontrare il prossimo. Nessun dogmatismo sterile. Il reincanto del mondo presuppone l’apertura alla comprensione (non l’accettazione acritica) dei fenomeni del nostro tempo. La modernità si è infranta nel crollo delle Torri?   

 

ACNews 002-2002 L’apologetica cattolica in un contesto multireligioso

Rimini, 20 agosto 2002. Nel corso del Meeting per l’Amicizia fra i Popoli, di fronte a un folto pubblico, si è svolta una tavola rotonda su il Timone. Bimestrale di formazione e informazione apologetica, dedicata alla presentazione della rivista, All’incontro - introdotto da S. E. mons. Angelo Comastri, arcivescovo di Loreto, in provincia di Ancona, e che ha avuto eco sulla stampa locale - ha partecipato, oltre al direttore della pubblicazione, dr. Gianpaolo Barra, anche il dr. Massimo Introvigne, di Alleanza Cattolica. Ecco il testo dell’intervento del direttore del CESNUR, il Centro Studi sulle Nuove Religioni

 

L’apologetica cattolica in un contesto multireligioso

 

Il direttore de Il Timone definisce la sua squadra di collaboratori "la nazionale degli apologeti". La definizione non manca di imbarazzare chi, come me, è al massimo un "apologeta della domenica", e guarda normalmente alle vicende religiose dal punto di vista della sociologia, dove — per rimanere alla metafora calcistica — chi inserisce nelle sue analisi giudizi di valore riceve dai suoi colleghi un cartellino giallo, se non direttamente rosso. Se mi arrischio a fare qualche considerazione sulle condizioni che potrebbero permettere a un’apologetica cattolica di essere efficace in un contesto multireligioso non è dunque per scriteriata presunzione, ma per due semplici motivi. Anzitutto, perché l’apologetica — magari, appunto, "della domenica" — è dovere di ogni cattolico, sia questi in altro ambito dirigente, impiegato, benzinaio o — perché no? — sociologo. In secondo luogo, perché le scienze sociali, se non hanno diretta competenza in tema di apologetica, possono però ben dire qualche cosa sul contesto in cui l’apologetica si trova a operare. Ecco allora cinque semplici indicazioni, offerte un po’ nello spirito con cui milioni di italiani, tutti "commissari tecnici della domenica", si permettono di "consigliare" all’allenatore della nazionale come evitare ulteriori sconfitte.

 

Conoscere l’avversario. Si dice che oggi le partite di calcio si vincano per metà sulla base della qualità delle videocassette e delle descrizioni che osservatori professionisti fanno dell’avversario ai giocatori. Se è così, è certamente importante che le videocassette siano aggiornate: a chi deve giocare, poniamo, contro l’Inter nel 2002 non sarebbe molto utile vedere le immagini dell’Inter degli anni 1960, sapere come giocavano Sandro Mazzola e Mario Corso ma non Christian Vieri o Alvaro Recoba. Eppure, nel campo dell’apologetica qualche volta si opera con videocassette vecchie di 20 anni. Capita anche che i cattolici proiettino su altre religioni — certo inconsapevolmente — quelle che sono caratteristiche specifiche della Chiesa cattolica, dove grazie a Dio esiste un’autorità ultima che definisce la dottrina, e la dottrina non muta al mutare delle circostanze storiche. Ma altrove non è così. Né l’islam, né l’induismo hanno un’autorità ultima capace di definirne la dottrina, e neppure il buddhismo, con buona pace di chi scambia per il "papa buddhista" il Dalai Lama, cui in Tailandia o in Giappone non è certo riconosciuta un’autorità particolare; mentre i mormoni e i testimoni di Geova, rispettivamente con le teorie — certo da comprendere nelle loro caratteristiche precise — del "canone aperto" e del "bordeggiamento", mutano in effetti, talora in modo molto significativo, il loro accostamento dottrinale nel corso degli anni. Per questo, una videocassetta dei testimoni di Geova degli anni 1980 non ci dà necessariamente informazioni precise sui testimoni di Geova di oggi, per quanto bene intenzionato sia chi ce la propone. La qualità delle informazioni non dipende necessariamente dalle buone intenzioni di chi le offre.

 

Scendere in campo convinti di poter vincere. Nel calcio per vincere le partite è anzitutto necessario esser convinti di poter vincere. Chi va in campo puntando solo a perdere "con il minimo scarto" normalmente non vince. Nei congressi internazionali di sociologia delle religioni si parla da anni correntemente di "fine della secolarizzazione", o — per citare il sociologo americano Rodney Stark — di "secolarizzazione R.I.P. (requiescat in pace)". Certo, la situazione degli Stati Uniti d’America è al proposito diversa da quella dell’Europa, e non necessariamente la fine della secolarizzazione e il "ritorno del religioso" portano fedeli verso la Chiesa cattolica. Spesso chi è alla ricerca del sacro si ferma a una religiosità vaga: ma non è neppure vero che cerchi sempre e soltanto una religione a basso costo, se è vero che hanno anche successo, in tutto il mondo e in tutti gli ambiti, forme di fondamentalismo piuttosto esigenti dal punto di vista dei comportamenti e della morale. Sembra che a difendere le teorie tradizionali della secolarizzazione siano rimasti soltanto certi cattolici. La partita, invece, si può vincere. L’interesse per il religioso è rinato, tutto un popolo si è rimesso in marcia e dove andrà dipende anche dalla qualità della nostra apologetica. Forse non è un caso se in Italia - sulla scia della testimonianza del Papa, della semina straordinaria di santi come Padre Pio, di una presenza di movimenti cattolici che è unica al mondo in termini quantitativi - negli ultimi anni il numero dei cattolici praticanti è in aumento, mentre diminuisce in quasi tutti gli altri paesi dell’Unione Europea. Giocare per vincere, non accontentarsi di pareggiare, è una condizione necessaria - anche se non sufficiente - per il successo.

Giocare con i più forti. È inutile credersi forti perché si scelgono avversari deboli e si organizzano amichevoli dove si battono facilmente squadrette di second’ordine. Bisogna prendere il toro per le corna e giocare con i più forti. L’apologetica, quando si muove nel contesto multireligioso, si accontenta spesso di facili vittorie — peraltro teoriche — mostrando l’inconsistenza delle dottrine di qualche nuovo movimento religioso di origine cristiana oppure orientale. Tuttavia, questi nuovi movimenti nella maggior parte dei casi diffondono briciole di protestantesimo ovvero briciole di induismo o di buddhismo, come ha mostrato da ultimo, per i movimenti neo-orientali, in particolare l’apologeta cattolico belga padre Joseph-Marie Verlinde. E come dimenticare l’ampia problematica creata dalla massiccia presenza dell’islam in Occidente? È difficile andare a fondo delle cose se non si arriva a uno sguardo serenamente critico sul protestantesimo, sull’islam, sull’induismo e sul buddhismo; diversamente, si rischia di scoprirsi forti con i deboli e deboli con i forti. Questo non significa rinnegare il dialogo ecumenico o quello inter-religioso; significa — però — non confondere il dialogo con il relativismo e coniugare le ragioni del dialogo e del rispetto con quelle dell’annuncio e della missione. È difficile: ma non è impossibile; soprattutto, è indispensabile.

Non fidarsi dell’arbitro. Dopo gli ultimi campionati mondiali di calcio, non è necessario spiegare perché è meglio non fidarsi degli arbitri: si tratta solo di sciogliere la metafora. Per fortuna raramente, vi è ancora qualche cattolico che di fronte a uno scenario multireligioso ha la reazione tipica del parroco dell’epoca fascista o degli anni 1950: quando arrivano i missionari pentecostali o i testimoni di Geova, chiamiamo il maresciallo dei carabinieri o denunciamoli al giudice. Il problema è che oggi gli arbitri — lo Stato laico quando non laicista, e una magistratura talora politicamente orientata — rischiano spesso di essere "venduti", e di arrestare magari l’esponente del nuovo movimento religioso oggi per stabilire un precedente che gli permetta di arrestare il parroco domani. Fidarsi dell’arbitro e aspettare dallo Stato laico la soluzione del problema del pluralismo religioso non è solo immorale, è anche ingenuo e impossibile.

Imporre il proprio gioco. Non intendo qui dire la mia sull’eterno dibattito fra contropiede e gioco d’attacco, fra lo stile di Giovanni Trapattoni e quello di Arrigo Sacchi: confesso di apprezzare entrambi… quando vincono. Certo è che nel campo dell’apologetica bisogna a un certo punto aver il coraggio d’imporre il proprio gioco. Non ci si può limitare al contropiede, mostrare puntigliosamente gli errori — spesso veri, qualche volta presunti — dell’avversario. Dopo anni d’interviste a persone che hanno aderito ai testimoni di Geova, mi sono convinto che nessuno — o quasi — passa dal cattolicesimo alla loro forma religiosa dopo aver pensosamente "pesato" su un’ideale bilancia i rispettivi argomenti teologici. Le storie che emergono dalle interviste — mie e di altri — sono diverse. Si passa ai testimoni di Geova perché lì, rispetto a un vero o presunto anonimato della parrocchia, s’incontra un ambiente, una compagnia, un’occasione di impegno: "Con noi — è una frase di tanti anni fa, quando incominciavo a studiare i testimoni di Geova, che mi ha sempre colpito — anche se non sei nessuno, sei qualcuno". 20 anni fa in questa sala ho partecipato a un corso di esercizi spirituali tenuto da don Luigi Giussani: quello che me ne rimane — e, credo, il contributo originale di don Giussani al cattolicesimo italiano contemporaneo — è la lezione secondo cui una verità che non si fa ambiente e compagnia non rimane meno verità, ma non convince e non aggrega. Centinaia di libretti contro l’interpretazione della Bibbia da parte dei testimoni di Geova non convinceranno chi afferma — magari a torto, ma non è questo il punto — di trovare la parrocchia "fredda" e la Sala del Regno invece "calda" e accogliente.

Le ultime osservazioni potrebbero sembrare pessimistiche. Confesso invece di non essere pessimista. Il dato statistico sull’Italia non autorizza nessun trionfalismo, ma mostra un’inversione di tendenza e un lento aumento — lento, ma costante negli ultimi anni — dei cattolici praticanti, soprattutto fra i giovani. Su un’altra scala, il sorprendente successo de Il Timone conferma la diffusa presenza nel mondo cattolico di una voglia di scendere in campo e di vincere. Sapendo che la squadra cattolica può contare non solo sull’acqua santa che si dice Giovanni Trapattoni abbia usato con esiti piuttosto dubbi ai mondiali di calcio, ma sull’aiuto — questo sì, invece, certo — del Signore e della Vergine Maria, va detto con chiarezza, ragionevolmente e doverosamente, che Qualcuno ha già vinto il mondo.

Massimo introvigne

 

Per approfondire gli argomenti trattati e per corrispondere con l’Associazione e le realtà collegate:

www.alleanzacattolica.org www.cesnur.org www.identitanazionale.it www.totustuus.it

cantierelaboratorio@tiscali.it - www.godel.it/salatino