Natale non fa più paura all’Avana e a Mosca,
ma a Washington sì

A L’Avana, dopo ventinove anni di abolizione forzata in nome dell’iperproduttività socialista, il Natale è tornato legale per decreto del Politburo, pubblicato su Granma — organo del Partito Comunista Cubano al potere da troppo tempo — il 1° dicembre scorso. In occasione delle ultime festività, a Mosca, il sindaco Yuri Luzkhov ha ordinato che tutti gli esercizi pubblici della capitale russa esibissero decorazioni natalizie e beneauguranti per il 1999.

Nei clintoniani Stati Uniti d’America, invece, la musica è completamente diversa, anzi opposta. Fra un missile e l’altro, nelle pause lasciate libere dal bombardamento contro l’Irak ordinato dalla Casa Bianca nei giorni precedenti il Natale, il Pentagono ha diffuso un memorandum — corretto solo politicamente e non grammaticalmente —, in cui si afferma che "nuove direttive in materia di espressione del credo religioso sul luogo di lavoro è stata [sic] ordinata dal Presidente Clinton. In quanto tali, le manifestazioni religiose nelle aree lavorative oppure in uffici di pubblico accesso, o in luoghi in cui potrebbe sembrare che il governo promuova un determinato punto di vista religioso, non è [sic] permessa". La nota informativa — afferma The Federalist: The Internet’s Conservative Journal of Record, che viene diffuso via Web dalla Publius Press e che ha per motto l’evangelico "Veritas Vos Liberavit" — riflette i suggerimenti di un avvocato del Pentagono — un avvocato in uniforme —, secondo il quale i tradizionali auguri natalizi non possono contenere espressioni come "Natale" (l’inglese Christmas è linguisticamente ancora più evidente), "Dio", "preghiera" o "benedizione" in quanto termini potenzialmente offensivi nei confronti degli atei. Ma per gli atei in questione — si domandando ironicamente i conservatori —, sono altrettanto offensive le vacanze natalizie e le mezze giornate libere? Per contro, scagliando i primi missili su Baghdad, Clinton ha promesso — ma poi non ha mantenuto — di far cessare i bombardamenti prima dell’inizio del mese santo islamico del Ramadan, onde evitare un gesto che i musulmani avrebbero certamente considerato sacrilego... L’attuale poco augusto inquilino della Casa Bianca e i suoi degni collaboratori sono più bugiardi, più fedifraghi o più ideologicamente cattivi?

Marco Respinti

[Versione originale e completa dell’articolo pubblicato con il medesimo titolo

in © Secolo d’Italia. Quotidiano di Alleanza Nazionale, anno XLVIII, n. 1, del 2-1-1999, p. 4]