LA LEGA E I CATTOLICI

Nel 1992 nel libro a cura di Daniele Vimercati, il Vento del Nord al capitolo numero 15 titolato: "La questione cattolica" Umberto Bossi ha espresso le Sue idee al proposito, si vedano le pagine 184-193. L’esordio è indicativo della linea di pensiero "non sono certo che Dio esista, ma potrei scommettere che non si occupa di politica".

La politica, infatti, va gestita con una Chiesa, che non esca dalle sacrestie e non sia ostile al potere dominante in caso contrario un avvertimento: "state bene attenti, signori del Vaticano, perché se restate neutrali, va tutto bene. Ma se vi rimettete a giocare la vecchia carta, quella democristiana, allora noi potremmo suggerire a tanti cittadini del nord Italia di non guardare più a Roma, nemmeno per la religione, ma di guardare alla vicina Germania, alla Svizzera, ai civilissimi Paesi Protestanti che credono in Dio ed in Gesù Cristo ma non riconoscono l’autorità del papato" (cfr. pag. 189).

Una sorta di "riforma religiosa" ove però il riformatore pensa alla Chiesa come ammortizzatore sociale, senza nemmeno aver idea ed interesse di che cosa la Chiesa sia ed ove: " i preti stiano nelle loro Chiese, facciano le loro prediche, escano solo per compiere opere di bene o per evangelizzare i popoli. Ma lascino stare la politica".

Appare evidente la confusione logica e l’ignoranza teologica sull’idea di Chiesa, ove si identifica Chiesa ed esperienza democristiana.

Quanto poi, al fatto che la Chiesa non debba intromettersi negli affari politici, pare che Bossi comprenda in questi, anche tutti i giudizi e le indicazioni etiche e generali proprie alla stessa.

Una posizione, quella di Bossi, dunque, inaccettabile per i cattolici che fanno delle indicazioni della dottrina sociale della Chiesa il loro programma di azione nel corpo sociale.

Qualcuno potrebbe a questo punto, ritenere concluso il discorso sostenendo, che Bossi capo "carismatico" come un "leader religioso", abbia definito le posizioni fra Lega e Cattolicesimo e stigmatizzando le liturgie sul Po, gli attacchi al Vaticano ed al Papa, tutti miranti a cercare di dividere in una sorta di "Chiesa nazionale Padana" i fedeli (con simpatie leghiste) ed i fedeli (con simpatie romane), come posizioni di propaganda politica di "esterni" al cattolicesimo e potrebbe convincersi circa l’inutilità dell’ approfondire il tema, considerando tale attività tempo perso.

Un analisi siffatta, però, non terrebbe in conto del fatto che:

  1. Umberto Bossi, ha capito, come molti altri uomini politici in Italia, che la nostra penisola e le valli, in cui il suo partito raggiunge il 50% dei suffragi elettorali, sono stati in 2000 anni oggetto di evangelizzazione e che anche se il processo di secolarizzazione ha distrutto o deteriorato più o meno gravemente il corpo sociale intriso di principi cristiani, sussistono ancora in larghi strati della popolazione i segni della evangelizzazione cristiana.
  2. Sul punto, Bossi ha compreso che la via della vittoria della sua causa, non può che passare, se non con un’adeguata "attenzione" alla Chiesa ed al Cattolicesimo nel sociale.

Perciò, al di là dei suoi "scritti" e delle sue dichiarazioni pubbliche, ha intuito che necessitava un’azione di attenzione politica al tema.

Cercare di descrivere tale "azione" significa scrivere la storia della Consulta Cattolica della Lega".

Il Professor Ilvo Diamanti, acuto osservatore del fenomeno leghista, ha scritto che con l’uscita dalla scena della Lega di Irene Pivetti, in un certo senso il rilievo, nella Lega Nord, dell’interesse alla questione cattolica è declinato in parallelo con il prevalere della impostazione "pragmatica" di Bossi, che misura i soggetti indipendentemente dalla loro natura e solo in base all’utilità strategica.

Questa tesi, sulla quale si può concordare, può però essere approfondita e i 19 eletti di matrice cattolica al "Parlamento Padano" il 26.10.97, dimostrano come l’operazione, definita di "protestantizzazione del Nord Italia" prosegua e come sia utile capire la strumentalità dell’operazione "Consulta Cattolica".

L’avventura comincia nel 1990, non a caso per iniziativa di Umberto Bossi, che dopo aver letto una lettera di Irene Pivetti su "Lombardia Autonomista" la convoca e capisce che la stessa è dotata di una buona conoscenza della Chiesa, dei temi culturali e sociali cattolici oltre che un’intelligenza viva ed un carattere forte.

Coloro che, hanno conosciuto e seguito da vicino l’esperienza dei c.d. "cattolici non democristiani della Lega", possono confermare come nei primi convegni e riunioni prevalessero i temi politici generali, piuttosto che quelli specifici, come i partecipanti fossero spesso ex democristiani o cattolici di destra, come il rilievo delle posizioni cattoliche in tema di dottrina fosse spesso apprezzato all’interno, ma non esplicitato fuori e soprattutto come la Consulta fosse una scatola vuota, da riempire con alcuni contenuti, come richiamo elettorale nei momenti di necessità. Le posizioni tradizionaliste della Pivetti, le polemiche con la Curia Milanese, la contestazione all’ecumenismo, all’apertura multiculturale e sociale, sono state superate, come detto, dall’uscita di scena dell’ex Presidente della Camera, la cui linea, conciliando la diatriba interna con l’On. Leoni, Bossi aveva battezzata, come quella dei "cattolici per l’identità", da cui trasse il nome la testata del mensile "Identità" diretto dall’On. Pivetti, in contrapposizione con i c.d."cattolici per il sociale" guidati dall’arh. Giuseppe Leoni, fedelissimo amico della prima ora del "capo" ed attuale leader eletto nel "Parlamento Padano" nella lista con colomba e spade incrociate dei "Cattolici Padani".

A ben vedere i " Cattolici Padani" sembrerebbero componente di rilievo, tanto da avere, solo per loro una home page in internet , nel sito ufficiale della Lega Nord , ma volendo proprio ben vedere, se si "clicca" e se ne esaminano contenuti e scritti, emerge la posizione di subalterneità della Consulta Cattolica, ai temi politici della Lega, in primis con l’inversione gerarchica, nel programma politico dell’ordine di importanza dei temi, ove al primo punto è indicata la "Confederazione Padana in Europa" e solo dopo di ciò la :"difesa della vita ".

Visitando il sito, scarno di documenti e articoli, si può leggere, però, l’illuminante descrizione :" dell ’ineffabile leggerezza dell’essere" della Consulta Cattolica, ne è determinata la sua impossibilità ad essere influente all’interno della Lega Nord, è scritto, infatti che:" la Consulta Cattolica si organizza con una struttura ridotta e flessibile che non interagisce con la struttura ufficiale della Lega salvo per il fatto che i suoi componenti sono soci ordinari del partito", una realtà commissariata dall’origine dunque.

Certo qualche riga più sopra, oltre ad una "veritiera interpretazione delle parole del Santo Padre sull’unità nazionale", si sancisce che : " la Consulta Cattolica si fa garante nell’ambito della Lega Nord, ricercando sinceramente l’applicazione dei principi cristiani nella vita politica e sociale, con pieno rispetto della dottrina della Chiesa".

Ma proprio a "ben vedere" non si può non notare, come le parole del Presidente della Consulta Cattolica, Giuseppe Leoni, non si discostino per nulla, da quelle del segretario della Lega Nord Umberto Bossi, quando per esempio presentando la sua lista, sul quotidiano "Padania" del 28.08.97 affermava che: " Lo scontro avviene quando anche la Chiesa vuole interessarsi di politica".

Nel frattempo sulla "Padania" continuano gli attacchi alla Chiesa Cattolica, relativi ai beni ecclesiastici della c.d. "Curia SpA" di Bergamo "ai Palazzinari con la tonaca", del Giubileo, che "in vista di grandi guadagni per il Vaticano, che a Roma è proprietaria di 6.1800 ettari", vanno "controllati" da un con un comitato, promosso dall’ex segretario del partito radicale Giovanni Negri e composto fra gli altri da Giordano Bruno Guerri, gli organizzatori si propongono di celebrare: "il millennio laico, davanti alla statua di Giordano Bruno. Noi saremo quella Roma altra e quell’Italia altra che non vuole entrare nel millennio banciando pile" … "Ricordiamoci che il fenomeno Lutero è nato proprio dopo il Giubileo del 1500, come risposta al mercato delle indulgenze" (cfr. Padania 23.09.97).

Illuminanti , poi, sono i commenti domenicali di prima pagina, sulla Padania, a firma "Sciur Curat", immaginario ecclesiastico leghista, che spiega il perché: " i Cattopadani fanno paura a Santa Romana Chiesa" o quando, sempre sulla prima pagina di "Padania" del 23.09.97, si scrive che: "Il Papa, questo grandissimo Papa, in persona dovrebbe chiedere scusa al popolo italiano perché per colpa della Chiesa non è diventato un popolo, non ha cioè acquisito coscienza nazionale".

Concludendo, giova sottolineare il fatto di come la Lega sia il partito che da sempre raccoglie i maggiori consensi fra i "Cattolici non praticanti" tendendo, in una società relativista e materialista a rappresentare, con una valenza territoriale limitata, alcuni valori e riferimenti sociali precedentemente tutelati dalla Chiesa.

Il Prof. Ilvo Diamanti correttamente definisce la Lega Nord:" figlia della secolarizzazione", riferendosi alla perdita di controllo della Chiesa Cattolica sul corpo sociale.

La Lega Nord diventa però anche "madre della secolarizzazione", crescendo, infatti tenta di darsi una struttura alternativa di "sistema dei suoi valori" da tutelare.

In questo quadro, però, il legame di corretto riferimento alla guida morale della Chiesa, viene a meno e nasce una "concorrenza".

Conseguenza finale: "la Lega per emergere ha necessità che la secolarizzazione prosegua e che il fattore religioso resti sullo sfondo della politica" (Cfr.Il Sole 24 Ore del 19.08.97).

L’architetto Giuseppe Leoni, infine, ha anche scritto esplicitamente, nell’articolo sopra citato, che: "La Chiesa si deve interessare delle anime e della spiritualità dell’uomo. La politica va delegata ai politici".

A fronte di questo quadro, i cattolici fedeli alla dottrina sociale non potranno, che trarre le dovute conclusioni, sulla "politica di attenzione" della Lega Nord al Cattolicesimo, operata attraverso la Consulta Cattolica, ritenendo quest’ultima non altro che uno strumento propagandistico elettorale leghista, intraprendendo da un lato, l’opera di nuova-evangelizzazione, che Sua Santità ci indica per costruire una società a misura d’uomo e secondo il piano di Dio, contrastando e combattendo il secolarismo materialista e dall’altro confidando alla soglia dei 2.000 anni di storia della Chiesa, che Santa Romana Chiesa, senza dubbio, "sopravviverà" anche "all’eresia Catto-leghista" dello scismatico "Lutero-Bossi" e della sua c.d. "Chiesa del Nord".

 

Benedetto Tusa