Discusse problematiche di carattere socio-culturale e religioso

INTERVISTA AL PROF. ZOCCATELLI
Molta partecipazione di pubblico alla conferenza tenuta dal famoso sociologo

Una sfida evidente ed attuale alle comunità cristiane in questa fase di "post-modernità". Questo il punto di partenza della "Commissione diocesana per l’Ecumenismo e il Dialogo" dell’arcidiocesi di Cosenza-Bisignano che ha ritenuto indispensabile organizzare una giornata di studio e riflessione - in due diversi momenti - sul fenomeno dei "Nuovi Movimenti Religiosi" e le "Nuove Forme di Religiosità" con il prof. Pierluigi Zoccatelli - ricercatore del " CESNUR " (l’autorevole Centro Studi sulle Nuove Religioni fondato dal prof. Massimo Introvigne) per il quale è specialista in sociologia delle religioni ed esoterismo cristiano, esponente del movimento " Alleanza Cattolica " e direttore di redazione della collana di tascabili dell’editrice "Elle Di Ci" su "religioni e movimenti". Presso il seminario arcivescovile di Commenda di Rende, il primo incontro è stato riservato ai sacerdoti ed ai religiosi della diocesi (è intervenuto anche l’arcivescovo mons. Trabalzini ed ha introdotto il vero e proprio mini-corso di formazione il vicario episcopale mons. Lorenzo Bilotto), mentre in serata il prof. Zoccatelli ha svolto una conferenza accolta con interesse e partecipazione dal pubblico che ha animato un vivace confronto coordinato dal prof. Salvatore santoro con l’intervento di mons. Umile Feraco entrambi della Commissione diocesana organizzatrice. Al termine abbiamo intervistato il prof. Zoccatelli chiedendogli preliminarmente un bilancio dei lavori:

"E’ emerso in sostanza un aspetto che mi sembra centrale: nelle società moderne, secolarizzate, tecnologizzate, ci troviamo di fronte sempre più spesso ad un panorama frantumato anche nel settore religioso, che dice di un riferimento al "risveglio del sacro", la cosiddetta "nuova religiosità", vasta galassia che comprende da un punto di vista quantitativo, ovvero statistico, percentuali rilevate sociologicamente intorno all’1,5 - 2% della popolazione italiana; ma che da un punto di vista qualitativo ci dicono invece esistere sacche molto più ampie di persone, anche nel nostro Paese, che fanno riferimento a forme di religiosità alternative rispetto alla tradizione tipica del nostro contesto soico-culturale e religioso. sono indicatori che ritengo debbano portare la nostra attenzione - ed è quello di cui ci siamo occupati sia nel’incontro coi sacerdoti sia in quello col pubblico - ci debbono far pensare, che siamo appunto di fronte ad una delle tante sfide della modernità anzi della "post-modernità". Sfide che sono certamente complesse ed articolate da decifrare ma che nondimeno comportano necessariamente un passagio nella riflessione dai f"atti" - l’esplosione di forme di "nuova o alternativa religiosità" e, quindi, di "nuovi movimenti religiosi" - alle cause di tali fatti".

Prof. Zoccatelli, Lei ha svolto analisi sociologiche applicate a tali fenomeni ma è anche un cattolico praticante e fa parte di un movimento del laicato impegnato culturalmente e socialmente, ha quindi fornito elementi di descrizione dei "fatti" ma anche giudizi di principio e proposte operative per le comunità cristiane:

"Certamente, possiamo anche scindere tali aspetti ma essi possono anche risultare organicamente collegati. La descrizione sociologica del quadro, della realtà, di ciò che sta avvenendo da alcuni anni nel cosiddetto mondo "occidentale", non ci esime - in quanto cattolici - dall’esprimere considerazioni in linea col Magistero che si è occupato a più riprese del problema. La situazione è quella che è: circa 20 mila "NMR" come li definiamo, cioé "Nuovi Movimenti Religiosi" in tutto il mondo con quasi mezzo miliardo di persone che, in vario modo, ne sono interessate. Perchè tutto ciò? Se poi pensiamo "solo" all’ambito cristiano, emerge come un "continente" il numero dei "pentecostali" circa 400 milioni, che fino a qualche decennio fa non esistevano. Tutto questo innanzitutto ci dice che erano fallaci le teorie di "fine della religione" "eclissi del sacro" eccetera. La secolarizzazione, la modernizzazione tecnologica, il secolarismo, la globalizzazione non hanno cancellato il senso ed il fatto religioso. Certo, spesso - lo dicono le cifre - si incanala in percorsi sorprendenti per usare un eufemismo ma non possiamo "demonizzare" o criticare senza cercar di vedere, per comprendere, per poi giudicare ed infine agire, come diceva secoli fa un cerrto san Tommaso… La Chiesa Cattolica deve quindi conoscere questi fenomeni nella loro complessità, calibrando gli interventi e chiedendosi il perchè, profondo, di tale esplosione. Ormai sono numerosi ed autorevoli gli interventi a partire da quello del card. Joseph Arinze nel 1991 al Concistoro in Vaticano espressamente dedicato all’argomento. Ma servono interventi "sul territorio" come oggi usa dire. Negli incontri qui a Cosenza ho ricevuto molte richieste da parte di sacerdoti e laici di indicazioni in tutti i sensi: di chiarificazione, dottrinali, pastorali, operative, mi sembra dunque che i promotori di questa giornata abbiano colto con perspicacia "l’aria che si respira". Naturalmente non spetta a me o al CESNUR o ad Alleanza Cattolica fornire tracciati pastorali mentre quelli dottrinali non li "inventiamo" ma li desumiamo dal Magistero. Forniamo un’analisi approfondita delle tendenze, delle idee e degli avvenimenti, un quadro organico, globale, non settoriale di tutti i fenomeni, nella loro complessità, applicando i criteri di giudizio che derivano dai princìpi della dottrina della Chiesa Cattolica e della Dottrina Sociale naturale e cristiana in particolare. Indichiamo anche percorsi operativi adeguati alla realtà con cui si "convive", senza sottovalutare ma senza eccessivi allarmismi né tantomeno invocando interventi che non siano di stretta natura socio-culturale e pastorale. Perchè anche la questione della "libertà" di professare, di esercitare, la propria religione va considerata con molta attenzione e con cautela. Recenti iniziative legislative potenzialmente e tendenzialmente repressive (in Paesi di "democrazia occidentale") - non di comportamenti criminogeni manifesti di tipo "comune" da reprimere con le normali leggi esistenti - ma del "fatto" religioso in sé, di esperienze di fede definite "forti", persino della predicazione e dell’evangelizzazione, bollate come "presentazione di illusioni e destini chimerici" e "proselitismo aggressivo", costringono tutti i cristiani, oserei dire tutti i cittadini, a riflettere sui pericoli di restrizione di fruizione delle libertà concrete fra cui, primaria, quella religiosa".

Lei ha svolto anche interessanti considerazioni su un argomento di estrema attualità, il "Rapporto" della DGPP, la direzione generale Polizia di prevenzione (ex-Ucigos ndr) del Ministero degli Interni italiano diffuso nelle scorse settimane

" Direi che è complessivamente buono soprattutto se messo in relazione ai documenti del ‘96 del Parlamento francese e del ‘97 di quello belga che avevano un’atteggiamento un pò più aggressivo nei confronti dei "Nuovi Movimenti Religiosi" e della libertà religiosa in generale. Contiene delle luci che vanno apprezzate ma nello stesso tempo contiene delle ombre che vanno di pari passo contestate. Ad esempio la posizione di questo documento di polizia in relazione al cosiddetto "lavaggio del cervello", per il quale non si tiene conto della legislazione italiana e degli apporti scientifici sul tema ormai consolidati come nel caso della prestigiosa ed autorevolissima American Psychological Association che da molti anni definisce appunto "non fondata scientificamente" tale teoria, così come le 70 schede su "NMR" e movimenti "magici" presentate, sono a volte accurate a volte molto meno. Il che lascia pensare che il "Rapporto" sia stato realizzato da più mani e che non tutte siano, da un punto di vista qualitativo, uniformi. In sintesi un buon documento con luci ed ombre, vanno apprezzate le prime soprattutto perchè le forze dell’ordine italiane sono state in grado - a differenza dei loro colleghi stranieri - di mettere in piedi un testo equilibrato e sereno, nello stesso tempo delle ombre che fanno pensare che il documento, talvolta, si sia riferito a certi ambienti - penso particolarmente ai cosiddetti "gruppi antisette" - che sono portatori di istanze non solo contro le "nuove religioni" ma anti-religiose tout court ".

Articolo apparso su IL CORRIERE DEL SUD, n° 13 del 30 SETTEMBRE / 15 OTTOBRE 1998