Nostra intervista allo studioso che presenta le opere dei due intellettuali
MARCO RESPINTI E LE RIFLESSIONI DI C.S. LEWIS E THIBON

Rimini - Al Meeting com’è noto la cultura ma non certo quella paludata, ha una parte rilevantissima; fra presentazioni di libri, mostre e convegni, sembra una clamorosa smentita della "tragedia nazionale’’ del disinteresse specie dei più giovani. Anche i punti vendita di libri e riviste sono andati a gonfie vele. Fra i più interessanti volumi, ve ne sono stati due, apparentemente distanti ed insoliti, brillantemente presentati dal curatore, Marco Respinti - giovane studioso del pensiero anglosassone, "scopritore’’ di Edmund Burke e di Russel Kirk in particolare, direttore responsabile del mensile "percorsi", collaboratore di Cristianità, Tempi, Secolo d’Italia, Ideazione, Avvenire, Studi Cattolici, esponente di Alleanza Cattolica - il primo, le "Riflessioni cristiane" di Clive Staples Lewis edito da "Gribaudi", il secondo "Ritorno al reale" di Gustave Thibon. Gli abbiamo chiesto il perchè di queste "eccentriche’’ scelte, completamente ma felicemente al di fuori degli angusti schemi del conformismo dominante:

" Quest’anno cade il centenario della nascita di C. S. Lewis, nato a Belfast, in Irlanda del Nord, un’occasione importante per riproporre un autore sicuramente notevole ma forse ancora misconosciuto al grande pubblico. Si tratta di uno dei più rilevanti autori di lingua inglese del secolo, considerato uno dei migliori "teologi laici’’ potremmo dire, se pur anglicano, quindi non cattolico, ma capace di una riflessione cristiana in libri come "Mear Christianity’’, "semplice Cristianesimo’’ , cerca il dato cristiano comune che può unire anglicani e cattolici soprattutto ma anche in certa parte protestanti meno anticattolici, non con un falso ecumenismo irenistico, ma andando al fondo del dato di fede e del dato cristiano. Credo che sia un autore che meriti riscoperte e che meriti in specifico qualche studio critico. è molto applicabile a diverse situazioni culturali, filosofiche, forse anche di filosofia politica, contemporanee ma non è sfruttato come meriterebbe. Nel mondo anglosassone in particolare in America del Nord, è un crocevia per il dialogo serio, non spersonalizzante, fra comunità cristiane differenti, in cui alcuni di questi esponenti giungono, maturano, la conversione al Cattolicesimo e tramite un autore che non lo è; mi sembra un dato molto originale ed anche molto importante".

- Dunque un autore in grado di offrire una testimonianza importante sia sul piano culturale ma anche su quello religioso, sociale ed addirittura politico?

"Indubbiamente. Lewis è uno di quegli autori che potremo definire all’interno di quello che, nel mondo anglossassone, si chiama "pensiero conservatore’’; da noi, in un panorama "latino’’ ed ancor più accentuatamente italiano, il termine "conservatore’’ ha molte valenze stereotipate, pregiudiziali, negative" - potremmo più accuratamente definirlo un testimone del "pensiero forte’’? - " Certamente, "pensiero forte’’ come antidoto ai nichilismi, ai relativismi, ai "debolismi‘‘ che caratterizzano l’epoca post-ideologica attuale. Lewis, che basa il suo pensiero su verità oggettive, certe, dal punto di vista filosofico e su una morale che non è quella relativista, ha molto da dire al nostro mondo che ha perso questi "porti’’, queste ancore di salvezza. Ed anche dal punto di vista politico questo solo apparentemente "esotico’’ personaggio, offre a chi vuol impegnarsi per il bene comune, utili spunti critici, proprio perchè dalla visione di una morale personale, deriva una morale sociale che autori come Lewis sviluppano in maniera oltremodo interessante. Quindi, esiste tutta una concezione della società, della politica, del rapporto fra uomini nella Comunità, che anima il pensiero di questi pensatori ed anche in un’ottica politica, le ritengo riflessioni cristiane rilevanti".

- Approfondiamo ora questa nuova, ampia, edizione delle fondamentali opere di Gustave Thibon, "Diagnosi" e "Ritorno al reale", unite in un unico pregevole volume per i tipi dell’editrice "Effedieffe", curato in maniera esemplare sempre da Marco Respinti:

" Abbiamo riproposto dopo anni di dimenticanza " - forse di oblio è il caso di dire - " Hai perfettamente ragione, di oblio, bisogna parlare per questi due libri di Thibon , forse i più importanti per la riflessione sociale di questo autentico "testimone del secolo’’ che compirà novant’anni nelle prossime settimane. Già editi ma per certi versi purtroppo, trascurati. Anche qui come per Lewis, siamo di fronte ad un autore di straordinaria grandezza, definito dai suoi estimatori "filosofo contadino’’" - stavolta parliamo di un cattolico - " Un cattolico del Sud della Francia, formato sul pensiero tradizionale di Santa Romana Chiesa, il più solido, tanto per fare un nome San Tommaso d’Aquino, che articola le sue riflessioni sociali e filosofiche a partire dal rapporto con la terra. Faceva infatti il vignaiolo ed i suoi scritti partono appunto dall’attenzione al concreto, al reale, e non a caso "Ritorno al reale" è non solo il titolo della sua opera forse più conosciuta, diventato quasi proverbiale, ma un vero programma "metapolitico" potremmo definirlo. Il confronto con la realtà che rivela una norma della realtà impressa da un ordine superiore, da un ordine divino. Quindi, l’attenzione alla realtà come strada che riporta a Dio. E la storia di Thibon si accomuna a Lewis ed ad altri "spiriti magni’’ di questo secolo. In gioventù Thibon perde la Fede e la riconquista proprio innamorandosi della realtà. Di fronte alle cose, impara a capire che esiste un "Ordine’’ e da lì è capace di elevare lo sguardo fino alla realtà metafisica. Vergando fra l’altro, riflessioni straordinarie su filosofi moderni come Nietzsche, Sartre, che potrebbero esser degni di un grande cattedratico mentre lui è un vignaiolo. Una cosa molto originale e molto bella".

- Anche con Thibon la trasposizione è immediata, oserei dire, sul piano politico-culturale riferito all’oggi:

"Indubbiamente. Siamo di fronte ad un pensatore figlio culturale e sociale della "nazione primogenita della Chiesa’’, la Francia cattolica, sconvolta dall’evento simbolo, fondatore, della modernità politica: la "Grande Rivoluzione’’ del 1789, da cui dipartono tutte - lo sottolineo - le ideologie e gli utopismi contemporanei. Thibon è capace, facciamo riferimento all’altra Sua opera, di "diagnosticare’’, di vederne la radice e di apporvi una soluzione. E la Sua soluzione è sicuramente il ritorno a Dio. Da quanto l’uomo ha abbandonato Dio, da quando l’uomo organizzato in Comunità, nella società, ha abbandonato il Creatore, sono iniziati tutti i nostri guai; ed il nostro mondo, sempre più lontano da Dio lo testimonia tragicamente. Il ritorno al reale di Thibon - se San Paolo dice la realtà è Cristo - è un ritorno a Dio, che, anche da un punto di vista politico e sociale, si impone sempre di più ".

Articolo apparso su L’ARNO, n° 9 del SETTEMBRE 1998