Nelle tasche del fisco circa 600 mila miliardi

L’OPPRESSIONE FISCALE FRENA LE INIZIATIVE PRIVATE
In un incontro a Cosenza il dibattito fra le categorie produttive

Cosenza -" Purtroppo, la Corte Costituzionale ha avallato le aberrazioni del Fisco sulla retroattività sostenendo che il contribuente "doveva prevedere" che 3 anni dopo sarebbe stata applicata una nuova imposta (!). Il problema di fondo è che questa ideologia statalistica di derivazione giacobina, minaccia l’iniziativa economica e la stessa libertà personale; se infatti, secondo stime autorevoli, nel 1997 il Fisco ha incassato 577.388 miliardi, rastrellando quasi 1/3 dell’intera ricchezza prodotta dal paese ciò significa che in pratica, ogni italiano ha lavorato ben 194 giorni per pagare tasse, imposte ed altri oneri ed il "giorno della liberazione fiscale" è arrivato sabato 12 luglio. Solo dopo 6 mesi e mezzo, quindi, il cittadino ha potuto iniziare a produrre per sé e per la propria famiglia e non per alimentare il settore pubblico " . E' la puntuale ed impietosa analisi di Valerio Sciascia, revisore dei Conti della CCIAA di Modena, esponente di "Alleanza Cattolica" e consulente della Confcommercio, esplicitata nell’incontro su "Libertà di iniziativa ed oppressione fiscale: le categorie produttive a confronto" che si è tenuto a Cosenza, nella sala dell’Associazione industriali, promosso da "Alleanza Cattolica" - movimento civico-culturale del laicato che basa la sua azione sulla Dottrina Sociale naturale e cristiana - e dall’associazione "Il Bene Comune" di Rende.

" Lo statalismo soffoca la società e comprime quel prolungamento naturale del diritto della persona alla libertà che è la proprietà privata, diritto altrettanto naturalmente armonizzato col raggiungimento del bene comune e con un suo uso temperato per come responsabilmente prescrive la Dottrina Sociale della Chiesa che è, appunto, "naturale e cristiana". Ma in Italia da decenni siamo costretti a registrare gravi lesioni ai princìpi di libertà a causa non solo della dimensione complessiva del prelievo fiscale, ma anche per le decine di migliaia di leggi, decreti, norme emesse dalle varie amministrazioni - circa 650 leggi in un anno, mentre il governo Prodi-Veltroni si permette anche l’incredibile cifra di un decreto quasi ogni due giorni - e per le gravissime violazioni delle più elementari norme del diritto". ha ancora precisato brillantemente Sciascia. Dopo i saluti di Salvatore De Paola, presidente de "Il Bene Comune, che ha anche indicato le ragioni per cui è stato organizzato il confronto con i corpi intermedi, il presidente regionale della Confesercenti Domenico Bilotta ha illustrato il travaso delle risorse - oltre 500 mila miliardi con le stangate governative dal ‘93 al ‘97 - dai ceti medi, vera spina dorsale del Paese, ad una macchina statale inefficiente ed improduttiva, senza che però siano state create le condizioni per lo sviluppo e per l’occupazione come dimostrano tutti le analisi economiche.

Il presidente provinciale della ConfArtigianato, Giovanni Gravina ha attaccato l’intera politica fiscale e contributiva che, complessivamente tassa intorno al 60% le aziende impedendo di incrementare investimenti produttivi ed occupazione. Gli artigiani vengono così letteralmente espropriati mentre lo Stato non comprende neanche le difficoltà del nostro Sud dove si è costretti a pagare il denaro, quando viene prestato dalle banche, ben il 4 - 5% in più rispetto al Nord. Precise note tecniche e sconsolati giudizi di principio e di fatto nell’intervento di Ernesto Florio presidente dell’Ordine dei commercialisti cosentino; ha rimarcato il profondo sconcerto dei professionisti per la mancanza totale della certezza del diritto, attaccando il ministro Visco per l’insensibilità e per le decisioni vessatorie. Fra l’altro, ha denunciato il presidente Florio, persino in questi giorni si sta ancora modificando "l’unico" il modello per la denuncia dei redditi, negando così completamente qualsiasi elemento di razionalità al complesso dispositivo che riguarda decine di milioni di italiani; mentre ancora non si è risolto il grave problema delle cosiddette "cartelle impazzite" dato che Visco ha inviato solo un comunicato stampa e non ha emesso un decreto ufficiale del Ministero; gli uffici tributari così, spesso, si rifiutano di applicare un "pezzo di carta" destinato ai giornali. Francesco Marano, consigliere dell’Assindustria cosentina, ha analizzato le "tasse nascoste" che stroncano l’imprenditore bloccandolo di fatto nella sua azione; come l’Enel che pretende dai 10 ai 20 milioni per un allacciamento, senza contare gli "acconti" come per l’IRAP, di ben il 120%, costringendo così a dover pagare molti mesi prima, per un reddito che non si sa se verrà poi effettivamente prodotto. Lo "statuto dei diritti del contribuente" da noi è sepolto in qualche cassetto del Parlamento mentre è strumento normale nelle nazioni europee, ha evidenziato in conclusione Sciascia che ha documentato come persino lo stesso Visco, il 28 aprile scorso in un convegno a Roma, è giunto a dichiarare che nel nostro Paese nessuno fa politica fiscale e che l’inefficienza dell’apparato del suo dicastero rende inspiegabile che le cose riescano ad andare avanti. Si può quindi dedurre che il malcapitato cittadino é completamente privo di garanzie e diritti su quanto ed in che modo si può ritenere legittima la redistribuzione della ricchezza attraverso il prelievo fiscale; senza tutela lungo il crinale fra giusta tassazione e confisca arbitraria di quanto è frutto del proprio lavoro destinato primariamente (lo dice da millenni il Cristianesimo) a sé stessi ed alla propria famiglia.

Articolo apparso su IL CORRIERE DEL SUD, n° 7 del 28 MAGGIO - 8 GIUGNO 1998.